Radiovasca. Tra Vasco e realtà

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Chi abbia partecipato a un concerto di Bruce Springsteen (per lo scrivente San Siro, giugno 1985) sa cosa significhi e non mancherà certamente di recarsi a Ferrara per una delle tre date italiane del nuovo tour italiano del Boss. Negli anni scorsi si è favoleggiato a lungo circa il possibile sbarco della superstar americana nella nuovissima Rcf Arena di Reggio Emilia. Ma qualcosa, come si dice, è andato storto.

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Un altro nome che non vedremo più a Reggio Emilia (facendo peraltro i debiti scongiuri) è quello di Vasco Rossi. L’antipatia tra i due staff (l’altro è quello che circonda Luciano Ligabue) si è allargata nel corso degli anni. La certezza di riempire l’Arena anche per due o tre date consecutive per un concerto del rocker di Zocca non basta. Vuol dire che ci accontenteremo di Harry Styles, e per celebrare l’ennesimo rito collettivo con Vasco ci sposteremo allo stadio Dall’Ara di Bologna.

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Veniamo alla politica reggiana. Il mercato scoperto del martedì e del venerdì continua la competizione con i souk del Kazakistan. I fasti della Jemaa-El Fna di Marrakech sono lontanissimi. L’ultima trovata è stata l’occupazione fisica del passaggio in gradinata all’incrocio tra via Nobili e via Secchi che da sempre consente l’ingresso pedonale al Teatro Municipale Romolo Valli. La splendida facciata del teatro, è negata ai rari turisti che talvolta transitano per la città del Tricolore. La comunicazione degli ambulanti si ispira a quella della pubblica amministrazione: stock firmati a basso costo (ma in Comune spendono di più).

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Congresso Pd. Bonaccini è avanti, ma non nelle proporzioni che ci si aspettava. Il ballottaggio con Elly Schlein potrebbe riservare sorprese.

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Sorprese in vista persino a Reggio, dove lo storico asse Delrio-Vecchi comincia a scricchiolare nonostante un’occupazione totale dei posti di potere. La lotta per il futuro sindaco già cova sotto la cenere. L’inconsistenza delle altre forze politiche locali ha favorito l’immagine di una città tutto sommato serena e ben amministrata. Ma si sente che qualcosa sta cambiando anche nella società locale.

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Il sentore di elezioni (2024) e i sondaggi che hanno iniziato a circolare all’indomani delle Politiche del settembre scorso hanno di fatto chiuso la gestione monocratica del sindaco Vecchi, che la prossima volta non sarà rieleggibile ma che pensa a una promozione a Roma o a Bologna. Gli pseudoalleati che lo sostennero in forma di lista civica nel 2019 non esistono più: assessori e consiglieri somigliano a dipendenti dell’azienda Vecchi piuttosto che a figure capaci di esprimere una seppur minima visione politica.

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Che ci sia voglia di un ritorno alla politica vera, capace quantomeno di realizzare un dibattito pubblico all’altezza delle aspettative dei reggiani, è dimostrato dalla vitalità di associazioni politico-culturali (Crea Liberamente di Claudio Guidetti, curiosamente osteggiata da una minoranza di iscritti a +Europa, Balder di Marco Eboli, che ha portato a Reggio Marcello Veneziani).

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Al Malaguzzi per Bonaccini c’erano duecento persone e non certo quattrocento (basta osservare le foto). Per Schlein, poco più della metà. Per il ritorno di Claudio Martelli con il libro su Falcone all’hotel Posta hanno dovuto lasciare fuori decine di persone. Eboli ha riempito il Mercure-Astoria. Numeri che denotano la fatica dei partiti a raccogliere energia dalla cosiddetta società civile. Terminato il congresso del Pd, a livello nazionale le opposizioni dovranno mettersi al lavoro per dotarsi di una strategia capace di contendere il governo alle destre guidate da Giorgia Meloni. Vedremo se ne saranno capaci.