Prelievi record del Canale emiliano-romagnolo dal fiume Po per contrastare la siccità

Canale emiliano romagnolo

Tra i paradossi climatici di questa calda estate 2021, che alterna gravi incendi boschivi in Sardegna a improvvise trombe d’aria accompagnate da violente e devastanti grandinate, come avvenuto di recente in Emilia, spicca anche il record di prelievi del Canale emiliano-romagnolo dal fiume Po, che hanno raggiunto il massimo di sempre: finora, infatti, non era mai successo che alla fine di luglio si fossero raggiunti i 220 milioni di metri cubi d’acqua.

I volumi medi nell’ultimo decennio (dal 2011 a oggi) ammontavano a 161 metri cubi al secondo e l’anno peggiore, sotto questo aspetto, era stato il 2012, quando il prelievo del Canale emiliano-romagnolo dal Po fece registrare il precedente massimo a quota 218 milioni di metri cubi d’acqua – valore sul quale incise anche la rottura dell’impianto Pilastresi causata dal sisma che fece tremare l’Emilia.

Le cause di questo nuovo record, invece, sono da ricercarsi soprattutto nei cambiamenti climatici intercorsi e nell’attuale situazione di siccità che sta colpendo in particolare la Romagna, zona di colture ortofrutticole. In questo generale computo numerico va considerato inoltre anche il quantitativo di circa 10 milioni di metri cubi d’acqua prelevato dal Reno quando possibile.

A fare il punto della situazione ci ha pensato il presidente del Cer Nicola Dalmonte: “È stato necessario irrigare maggiormente perché sono mancate le precipitazioni che da sempre caratterizzano la stagione primaverile; a causa delle ripercussioni dei cambiamenti climatici abbiamo già la prova tangibile dell’aumento delle temperature, che diventano così la concausa dell’incremento proporzionale del consumo idrico. Se da una parte è piovuto poco più della metà della media stagionale, dall’altra le temperature sono aumentate di 1,5-2 gradi”.

A conferma dell’eccezionalità dell’annata c’è anche la criticità evidenziata dai cosiddetti “picchi di portata”, che nel Canale emiliano-romagnolo hanno raggiunto i 55 metri cubi al secondo. “Pur provvedendo in modo costante ed essenziale alle necessità dell’intero comparto, va detto che questo è un altro dato straordinario da record che però non ci fa sicuramente sorridere, e la concomitante assenza di piogge rende non facile lo stesso funzionamento dell’opera”, ha concluso il direttore generale del Cer Paolo Mannini.