Pnrr, in Emilia più sedi universitarie

Unimore entrata Reggio

Tanti i progetti in cantiere legati all’utilizzo del Pnrr da parte delle università emiliano-romagnole. Il punto della situazione è stato fatto nel quinto incontro del coordinamento tra le commissioni Bilancio e Politiche economiche che approfondiscono le azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono stati analizzati l’ecosistema regionale dell’innovazione, progetto dell’Emilia-Romagna per la transizione ecologica del sistema economico e sociale, e i progetti per la costruzione delle nuove residenze universitarie. L’incontro è avvenuto alla presenza dell’assessora alla Scuola, università, ricerca, agenda digitale.

La presidente della commissione Economia ha sottolineato che “c’è la volontà di fare un focus anche sulla Missione 5 (inclusione e coesione sociale) e sulle imprese. Credo che il Pnrr possa essere un’opportunità per la regione, per il sistema territoriale”. Al termine, la presidente, riferendosi ai tempi previsti dal Pnrr per il completamento dei progetti, cioè il 2025, ha affermato che “non sfugge l’aumento dei costi delle materie prime e la difficoltà di trovare imprese subito disponibili con manodopera. Ritengo comunque proficua la sinergia che si è sviluppata per mettere a terra le risorse del Piano”.

Il presidente della commissione Bilancio, invece, ha letto una nota della coordinatrice (assente) nella quale si evidenzia come le università e gli enti di ricerca siano un driver per l’innovazione. Solo conoscendo in modo capillare i problemi si può fare una mappatura, ha scritto. Già due bandi sono stati chiusi nelle scorse settimane (creazione partenariati con aziende). Sulle residenze universitarie, il bando da 30 milioni rappresenta una prima tranche di un progetto più ampio e sfidante: la creazione di 65mila posti letto in più entro il 2025. Nel 2020, ha ricordato la coordinatrice, c’erano 43 residenze per un totale di 45mila posti, a fronte di 170mila studenti (di cui il 70% fuori sede). E ancora: va tutelato il diritto allo studio e una risposta fattiva si ha solo con gli stakeholder pubblici e privati. La coordinatrice ha anche messo in evidenza l’appello del sindaco di Bologna secondo cui i soldi ci sono, ma i cantieri non partono perché le aziende edili sono in crisi. “Siamo in ritardo -ha concluso nel suo messaggio- e anche le residenze universitarie possono essere a rischio”.

L’assessora ha accolto l’appello al monitoraggio. Gli interventi cambiano lo scenario e occorre misurarlo di continuo per avere lo stato dei lavori e delle progettazioni. Poi, è passata a illustrare l’ecosistema dell’innovazione e il diritto allo studio, “ambiti in cui la Regione cerca di fare da supporto allo sviluppo e coordinamento”. Per il primo, i beneficiari sono gli enti vigilati dallo Stato, ma è previsto anche un endorsement regionale. L’ecosistema comprende, tra gli altri, 79 laboratori e 14 centri di innovazione, una struttura imponente che va da Piacenza a Rimini ed è legata alle filiere produttive dei territori finalizzata a fornire ricerca alle imprese. Attori sono università e centri ricerca. L’ecosistema per la transizione ecologica è anche legato alla trasformazione digitale ed ecologica e occorre “coniugare il green e il blue (digitale)”. Ci sono 75 soggetti pubblici e privati che sono incubatori di servizi, un sistema che può essere potenziato. “Il progetto arriva a chiedere quasi il massimo, 120 milioni. Ora dobbiamo costruire un’ipotesi di spesa, per far approvare il progetto. In totale abbiamo 23 partner (tra cui Art-er), e il proponente è stato scelto tra gli enti e sarà Unibo, mentre i soci sono le Università di Ferrara, Modena e Reggio Emila, la Cattolica e il Politecnico di Piacenza, l’Enea e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).

Per le residenze universitarie c’è un tavolo sulla legge 338, che finanzia gli studentati per chi è meritevole e in condizioni economiche svantaggiate. Il bando è atteso all’inizio del 2023. L’operazione vede in prima linea Er-go e Art-er: le candidature, avanzate dagli atenei, propongono 2 studentati a Bologna e uno a Modena, Reggio Emilia, Parma e Ferrara. La giunta ha raccolto le sollecitazioni, ad esempio sul cofinanziamento al 70%. A Reggio Emilia, ad esempio, Acer segue i lavori e diventerà il gestore. Il bando, ha continuato la titolare della Scuola, prevedeva premialità in caso di cofinanziamento della Regione (1,4 milioni).

Vincenzo Lucci (Presidente Art-er) ha parlato delle novità del 5° bando che si sposa con il Pnrr: green, digitalizzazione e semplificazione. Vuol dire che ci sarà certezza della programmazione, riduzione dei tempi e nuove risorse disponibili. Gli interventi riguardano efficientemente energetico delle residenze, manutenzione straordinaria, demolizione e ricostruzione, acquisto di edifici da adibire a residenze universitarie. Con la semplificazione, dai 53 mesi del 4° bando si passa ai 19 del 5° bando. Il progetto sarà solo in versione digitale. Altri parametri per l’accoglimento dei progetti saranno l’uso di materiali a basso impatto, i criteri ambientali minimi (risparmio di acqua, di consumo suolo e altri). Chi riduce i consumi avrà più punti per accedere al finanziamento. Altri criteri di valutazione riguardano gli studenti meritevoli anche se privi di mezzi e gli studenti con disabilità. Lo Stato ha incrementato i finanziamenti dei progetti al 75%, del 40% al Sud. Alle risorse già stanziate si aggiungono altri 300 milioni. “Le risorse sono enormi -ha concluso Lucci- e la spada di Damocle è il 31 dicembre 2025”, cioè la data ultima di realizzazione.

Patrizia Mondini (direttrice Er-go) ha detto che “il lavoro è stato fatto insieme con gli atenei. Al centro ci sono gli studenti meritevoli in condizioni economiche svantaggiate. Per noi c’è poi il tema della sostenibilità economica. Va considerato che con il recupero degli edifici, le università rendono più belli i luoghi. Una ricerca ha mostrato come chi studia in una residenza universitaria raggiunge risultati più brillanti, laureandosi anche prima”.

Gianluca Morini (UniBo): “A Bologna sono stati presentati due progetti per 180 posti letto; uno è il recupero del convento dei Cappuccini a porta Saragozza”, con circa 90 posti per un costo di 10 milioni di euro (con l’appoggio della Fondazione Carisbo); il secondo è a Filippo Re, altri 90 posti per un costo di 10 milioni euro. Il problema è la scadenza fissa del 2025. Il bando di 50 milioni del 2024, ad esempio, sarà è difficile da realizzare: i tempi sono serrati e usare i bandi successivi sarà sempre più difficile”.

Simone Tracchi (UniFe) ha illustrato il progetto di restauro di parte dell’ippodromo comunale: 7mila mq, parte in alloggi e parte in servizi accessori. La posizione è strategica, vicino a UniFe: previsti 120 posti per una spesa di 17 milioni di euro.

Paolo Tartarini (UniMoRe) considera “importante la sinergia tra Regione, università, enti di eccellenza. A Modena e Reggio sono previsti due 2 studentati. La parola chiave è il monitoraggio”.

Paolo Martelli (UniParma) ha parlato di un progetto di studentato per 60 posti nell’ex convento dei Cappuccini in Oltertorrente, “un quartiere nella zona vecchia della città che sarà rivitalizzato dagli studenti. Sono previste zone comuni e un giardino aperto ai cittadini”.

Per la sede piacentina del Politecnico di Milano c’è una convenzione tra la Regione e il Comune per ospitare studenti in strutture convenzionate. Il Politecnico partecipa ai bandi per gli ecosistemi territoriali ed è affiliato in ogni spoke per l’ingegneria meccanica ed energetica nonché l’architettura ambientale e la difesa del territorio. Lo spoke è un modello in cui è organizzato un consorzio che compone una rete diffusa di università e centri di eccellenza altamente qualificati.

Lucia Scaglioni, della sede piacentina dell’Università Cattolica, ha detto che la partecipazione è con le facoltà di Economia e Agraria. “Siamo affiliati a tre spoke, crediamo nel progetto dell’Emilia-Romagna, nel quale sono coinvolti molti docenti, e l’attenzione è focalizzata su Piacenza”.

Marco Corradi, presidente Acer Reggio Emilia, ha spiegato che “ai ragazzi servono alloggi sostenibili. Il mercato degli affitti è bloccato, non ci sono alloggi. E tra gli studenti c’è una fascia che rischia di finire sul libero mercato con i problemi di canone e spese di gestione di un posto letto. Le spese si abbattono con l’efficienza, il canone con l’intervento pubblico. A Reggio abbiamo accompagnato un’attività a canone calmierato: diamo un servizio al 30-40% in meno del mercato, con la possibilità di avere un posto letto anche per un mese. Lo studentato prevede 80 posti e sarà ad alta prestazione energetica”.

(Gianfranco Salvatori)