Testate contro l’armadio e mani schiacciate nell’anta. In carcere dopo anni di botte alla compagna

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Dal giugno 2016, cioè sin dall’inizio della convivenza, ha subito offese, minacce e violenze dal compagno che non le ha risparmiato i maltrattamenti anche davanti al figlio minore e, prima ancora, quando era incinta.

Maltrattamenti fisici e psicologici quelli compiuti dall’uomo anche a causa dell’uso smodato di bevande alcoliche che lo rendevano violento.  In un’occassione ha sferrato alla donna una quarantina di schiaffi provocandole una ferita all’occhio, per poi picchiarla con pugni, spintoni, sbattendole la testa contro l’armadio e schiacciandole la mano dentro l’anta, insultandola con i peggiori epiteti e minacciandola per farla tornare a casa quando la donna, esausta dalle continue violenze decideva di fuggire e tornare dai suoi genitori.

Condotte maltrattanti che la donna è stata costretta a subire per circa 6 anni, fino al 21 marzo 2023 data in cui, nel corso di una deposizione, ha trovato il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri della stazione di Cadelbosco Sopra. Al termine delle indagini, l’uomo era denunciato alla Procura di Reggio Emilia per maltrattamenti in famiglia aggravati per essere stati commessi ai danni di donna in stato interessante e in presenza di figlio minore.
Nell’immediato la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, aveva chiesto e ottenuto dal gip del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna, prescrivendogli di non avvicinarsi all’abitazione e ai luoghi da lei frequentati e di non comunicare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo con la persona offesa.

A seguito dell’iter processuale il 12 settembre 2023 il gup presso il Tribunale di Reggio Emilia ha emesso a carico del 37enne una sentenza di condanna alla pena di 2 anni e 2 mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti in famiglia, divenuta definitiva l’11 aprile scorso. A seguito della sentenza di condanna, il 27 aprile, l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura di Reggio Emilia ha decretato l’ordine di carcerazione che è stato trasmesso ai carabinieri della stazione di Cadelbosco di Sopra per l’esecuzione. L’altra mattina, i militari ricevuto il provvedimento hanno raggiunto l’uomo e lo hanno condotto in carcere.



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