Slitta verdetto estradizione di Pietrostefani

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La decisione sull’estradizione dell’ex militante di Lotta Continua, Giorgio Pietrostefani, è stata rinviata al 29 giugno. E’ quanto ha deciso oggi la corte di Appello di Parigi in seguito all’udienza che si è svolta in assenza di Pietrostefani che è malato. Il suo caso, riferisce all’Adnkronos il suo avvocato Irene Terrel, “è stato evocato durante l’udienza di oggi. La Corte comprende che Pietrostefani non era nello stato fisico e psichico per supportare questa procedura”. Durante l’udienza, spiega ancora il legale, “ho chiesto che venisse respinta la domanda di estradizione dell’Italia”.

Spiega ancora l’avvocato all’agenzia Adnkronos che sono passati 50 anni dai fatti e Pietrostefani è stato accusato da un pentito sedici anni dopo i fatti e non ci sono testimoni. I tempi della procedura, che rientrano anche nella questione giudiziaria, e la procedura stessa che è durata 12 anni sono un’anomalia in questo dossier. Questi tempi non permettono di assicurare un processo equo. Dopo così tanti anni nessuna difesa è possibile”, spiega ancora Terrel.

Nel 1999, rileva ancora Terrel, “dopo due anni di carcere viene scarcerato in occasione della revisione del processo e torna in Francia e tra l’altro lo fa pubblicamente. In Francia ha documenti regolari, un indirizzo conosciuto anche in Italia e ha un’impresa che tutti conoscono. E’ quanto meno singolare che poi l’Italia aspetti 20 anni per chiedere la sua estradizione: aspetta che sia vecchio e malato. Mi sembra chiaro che si tratti di una richiesta più politica che altro”.

Giorgio Pietrostefani fu condannato quale mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi e fu tra gli ex terroristi arrestati in Francia. Giorgio Pietrostefani, ex Lotta Continua e poi manager delle Officine Reggiane, venne arrestato a Reggio Emilia (città nella quale ha vissuto per lungo tempo) nell’agosto 1988, per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, avvenuto a Milano il 17 maggio del 1972. Pietrostefani fu in seguito condannato a 22 anni di carcere, ma dal Duemila era fuggito in Francia da latinante, fino a quando Stato d’Oltralpe ha deciso, nel gennaio di quest’anno, di estradarlo in Italia.

Alla commemorazione del commissario Calabresi, l’altro giorno, il figlio Mario Calabresi, ha così commentato la vicenda giudiziaria di Giorgio Pietrostefani: “Oggi a noi che un uomo di 78 anni malato vada in carcere non restituisce più niente. È importante dal punto di vista simbolico ma per noi non ha quasi più senso”.