All’alba di giovedì 10 febbraio i carabinieri del comando provinciale di Piacenza hanno eseguito una serie di misure cautelari nei confronti di 37 indagati, tra i quali figurano imprenditori edili, sindaci e funzionari tecnici degli enti locali dell’Alta Val Trebbia e del capoluogo emiliano. Quattro persone – tra cui i sindaci di Cerignale Massimo Castelli e di Corte Bragnatella Mauro Guarnieri – sono finite in carcere, altre sette (tra cui il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali) sono agli arresti domiciliari, mentre per una dodicesima persona è scattato un provvedimento di divieto di dimora.
Ai 37 indagati sono contestati a vario titolo i reati di associazione a delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, turbata libertà degli incanti e della libertà del procedimento di scelta del contraente, frode nelle pubbliche forniture, falso materiale e ideologico commesso dal pubblico ufficiale, truffa e voto di scambio: “Un sistema per dominare gli appalti e arricchirsi che andava avanti da anni, trasversale agli schieramenti politici”, lo ha definito la procuratrice di Piacenza Grazia Pradella.
L’operazione, che mirava a smantellare quello che si è delineato come un vasto sistema corruttivo negli appalti pubblici, ha portato anche a due commissariamenti giudiziari d’azienda e una misura interdittiva del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione nei confronti di una terza società.
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