Mori (Pd): da gennaio ad aprile perse 300 imprese femminili a Reggio

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Con le scuole e i servizi per gli anziani e l’infanzia chiusi, solo il 25% delle donne italiane ha ripreso a lavorare dopo il lockdown contro il 75% degli uomini. E anche in Emilia-Romagna il contraccolpo ha maggiormente colpito le donne, con il 61,8% delle domande totali di CIG in deroga che riguardano impiegate e operaie, con una grave flessione delle imprese femminili. “A Reggio Emilia abbiamo perso circa 300 piccole imprese a conduzione femminile in appena 3 mesi.”

Questi i dati evidenziati dalla Consigliera PD Roberta Mori, intervenuta in Aula questa mattina. La Consigliera ha espresso “sincero apprezzamento” per la relazione del presidente Bonaccini e per un programma di governo “pragmatico e all’altezza delle sfide legate alla pandemia”. Tra le sfide, quella di evitare che la crisi economica diventi presto crisi sociale e le diseguaglianze di genere diventino irreversibili.”

“Per la ripartenza socio-economica serve qui come nel Paese un impegno straordinario e innovativo per le pari opportunità, un piano trasversale e integrato di interventi che incentivi il lavoro e il protagonismo delle donne, la declinazione emiliano-romagnola – ha dichiarato Mori – dell’audace proposta avanzata a livello nazionale dalle Donne Democratiche, di un vero e proprio ‘Women new deal’.” Oltre all’accesso universalistico ai servizi educativi e di conciliazione, occorre spingere su bandi regionali e microcredito a sostegno dell’imprenditoria femminile, sino a formule nuove e personalizzate, perché – è il ragionamento – “se è vero che il lavoro rappresenta dignità per tutti, per le donne l’autonomia economica è fondamentale per prevenire situazioni di emarginazioni e violenze, purtroppo aumentate nel periodo di lockdown.”

“La femminilizzazione dei settori della cura, dell’assistenza e dell’educazione, che nell’emergenza Covid-19 abbiamo riscoperto essere essenziali, deve tradursi in una strategia integrata alla crescita che colmi le diseguaglianze e rafforzi la fiducia nel futuro anche in termini di rilancio della natalità” – è la convinzione della Consigliera reggiana, che individua precise linee di intervento nel quadro del programma di governo regionale: supporto ai caregiver familiari, nuovi strumenti di welfare e di lavoro agile con monitoraggio e misurazione dell’impatto di genere ex ante ed ex post, promozione dell’accesso delle ragazze alle materie STEM e alle competenze digitali, “dovranno avere piena cittadinanza nel tavolo del Patto per il lavoro e nelle programmazioni territoriali.”.