Liste elettorali, nel Pd è polemica per gli “esclusi eccellenti”

La chiusura delle liste del Partito Democratico per i collegi di Camera e Senato, come prevedibile, ha scatenato una vera e propria bufera sulle scelte del segretario del Pd Matteo Renzi da parte della minoranza interna e dei singoli esclusi.

A partire dal ministro della giustizia Andrea Orlando, che sostiene di essere stato candidato in un collegio emiliano "a sua insaputa": "Ho appreso dove ero candidato ieri sera alla presentazione delle proposte di candidature", ha spiegato. 

Il ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda, su Twitter, si è chiesto "qual è il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti come De Vincenti, Nesi, Rughetti, Tinagli, Realacci, Manconi. Spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso. Farsi del male da soli sarebbe incomprensibile".

Sul banco degli imputati le scelte dell’ex premier, accusato di essersi circondato di troppi fedelissimi in posti chiave (collegi sicuri) e di aver sottorappresentato la minoranza interna del Pd, oltre ad aver escluso parlamentari uscenti che erano stati determinanti per elaborare e portare a casa alcune leggi che hanno caratterizzato la legislatura che sta volgendo al termine – una su tutte, quella sulle unioni civili, che ha visto tra le "vittime" il senatore bolognese Sergio Lo Giudice, storico esponente di Arcigay e paladino delle battaglie Lgbt.

Fuori dalle liste anche l’ex sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, simbolo dell’accoglienza dei migranti in arrivo dall’Africa sulle coste dell’isola siciliana. Per quanto riguarda più da vicino l’Emilia, invece, non sarà ricandidato il deputato reggiano Paolo Gandolfi, considerato il "padre" della legge sulla mobilità ciclabile: una scelta che ha immediatamente scatenato l’ira social del mondo degli appassionati delle due ruote, che hanno subito lanciato l’hashtag #iostoconpaologandolfi per chiedere al segretario dem un ripensamento.

Ancora più netto lo sfogo dell’ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta: "Nessun risentimento, è andata come avevo previsto. Saremo presenti in campagna elettorale, con il nostro Megafono, nelle piazze di tutta la Sicilia per denunciare il processo di restaurazione in corso e di vera e propria epurazione di ogni dissenso".