Lettera con minacce mafiose, confermata condanna a Brescia. Il sindaco: mai avuto dubbi sulla gravità dello scritto

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La Corte di Cassazione conferma la condanna a sei mesi di reclusione nei confronti dell’imprenditore Pasquale Brescia per la missiva che fu recapitata alla locale redazione del Carlino Reggio, una lettera che è stato stabilito del tribunale conteneva minacce di stampo mafioso rivolte al sindaco Luca Vecchi.

A tale proposito il primo cittadino reggiano scrive in una nota: “Non abbiamo mai avuto dubbi sulla gravità anche istituzionale di quella missiva e per questo agimmo tempestivamente esponendo denuncia presso i carabinieri di Reggio Emilia.

La conferma della condanna avvenuta ieri in Cassazione sancisce e mette la parola fine alla vicenda, avvalorando ciò di cui siamo sempre stati convinti.
Non fu una banale polemica, ma fu un reato, una minaccia aggravata dal metodo mafioso, un chiaro atto di ostilità verso la principale istituzione della città.

Ci fu chi sottovalutò, chi colse il pretesto per un violento attacco politico e mediatico, chi diede dignità a ciò che fin da subito andava invece respinto come atto irricevibile.
Ma ci fu soprattutto una larga parte della città a cui non sfuggì la gravità di quanto accaduto con la solidarietà tempestiva e necessaria.

Questa esperienza mi conferma il bisogno fondamentale di avere sempre fiducia nella giustizia, nei suoi tempi, nei suoi iter anche processuali, necessari per fare emergere la piena verità dei fatti.
Abbiamo avuto alle spalle anni complessi, che la città ha progressivamente affrontato e superato, ma dove non sempre la priorità del bene comune e dell’interesse generale ha saputo trasversalmente imporsi alla tentazione polemica distruttiva, non cogliendo la gravità di azioni, dichiarazioni e fatti che nel loro dispiegarsi costituivano una chiara strategia partorita in ambienti criminali e malavitosi contro le istituzioni democratiche.

Voglio ringraziare la magistratura ed in particolare l’azione della procura antimafia, per la determinazione con cui in questo come in altri processi ha agito per stroncare ogni tentativo di insediamento e radicamento della criminalità nel nostro territorio.
La nostra azione d’altra parte non si ferma qui, terremo la guardia alta, e proseguiremo con eguale rigore e attenzione come accaduto in questi anni”.