La Fiaba cinese si fa danza in la Fresque di Angelin Preljocaj

Dopo L’Anoure del 1995, Biancaneve del 2008, Siddharta del 2010, Angelin Preljocaj coreografo tra i migliori del panorama della danza contemporanea, continua ad indagare l’universo dei racconti scegliendo per le sue creazioni una pista ancora inesplorata: i racconti tradizionali dell’Asia noti per la ricchezza e la forza poetica.

 
La Fresque, creazione ispirata ad un’antica fiaba racconto cinese, andrà in scena sabato 10 febbraio ore 20.30, al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia: ci parla di un viaggio in un’altra dimensione dove l’immagine diventa luogo di trascendenza e la persona fisica entra in relazione con l’immagine. La questione dell’immagine è al centro di questa ricerca che ci riporta al mito della caverna di Platone e alle sue ombre che mettono in dubbio la nostra esistenza. Il balletto esplora le relazioni misteriose esistenti tra la rappresentazione e la realtà, mettendo in evidenza, tramite la danza, i legami che si instaurano tra immagine fissa e movimento, tra istantaneità e durata, tra vivo e inerte.  Dietro questa metafora racchiusa nel racconto si delinea la questione della rappresentazione e del posto che l’arte occupa nella nostra società.
 
Il racconto. C’erano una volta due viaggiatori, uno si chiamava Chu, l’altro Meng. Un giorno di pioggia e di gran vento trovano riparo in un piccolo tempio. Si avvicina un anziano monaco che mostra loro un magnifico dipinto, sul quale è rappresentato un gruppo di ragazze in un boschetto di pini. Una di esse raccoglie dei fiori, sorride in modo dolce, le sue labbra sono vive come la polpa delle ciliegie, e i suoi occhi brillano. Chu resta affascinato dai suoi capelli neri sciolti, simbolo di donna libera. La guarda a lungo, così intensamente che si sente fluttuare nell’aria e trasportare all’interno del quadro… L’avventura dura diversi anni, anni d’idillio e di felicità, fino a quando alcuni guerrieri cacciano Chu dal mondo del dipinto. Ritorna quindi alla realtà e ritrova il suo amico, che lo aveva perso da pochi minuti…Entrambi contemplano di nuovo il dipinto. Chu scopre con grande meraviglia che la sua fanciulla preferita sfoggia un magnifico chignon, simbolo di donna sposata.
 
Questo spettacolo è dedicato alla memoria di Cléo Thiberge Edrom.