Inaugurazione con brindisi, domenica 16 dicembre alle 17 ai Musei civici di Palazzo dei Musei a Modena in largo Sant’Agostino, per la mostra “Io sono una poesia. Parole sui muri e le arti negli anni Sessanta tra Modena e Reggio Emilia”, che sarà allestita e visitabile gratuitamente fino al 5 maggio del 2019.
Con un’ampia selezione di opere e un allestimento studiato per coinvolgere, la mostra realizzata dai Musei civici modenesi in collaborazione con quelli di Reggio Emilia e con Fondazione Modena Arti Visive, offre uno spaccato del vivace clima artistico e culturale che caratterizzò le due città tra il 1962 e il 1972.
L’esposizione è stata presentata in anteprima giovedì 13 dicembre dall’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza con Francesca Piccinini, direttrice dei Musei civici e co-curatrice della mostra insieme a Stefano Bulgarelli e Luciano Rivi, e con Elisabetta Farioli, direttrice dei Musei civici di Reggio Emilia
La mostra “Io sono una poesia” è la seconda tappa di un’indagine volta a restituire il clima culturale e artistico tra Modena e Reggio Emilia negli anni ’50 e ’60, un periodo fertile per entrambe le città e caratterizzato da continui scambi e relazioni. Il primo step, sugli anni ’50, era stato affidato alla mostra “Incubi e sogni di provincia. Giorgio Preti e le arti a Modena e Reggio Emilia negli anni del miracolo economico”, organizzata tra il 2016 e il 2017 sempre ai Musei civici di Modena.
Sullo sfondo di un benessere diffuso, cambiamenti di stili di vita e dirompenti trasformazioni sociali culminate nel ’68, il variegato fermento creativo è evidente nelle arti visive e nel teatro, nella musica, nella poesia sperimentale, nel design, nell’architettura, nella grafica, nel fumetto e nell’animazione. La convergenza tra volontà istituzionali e ricerche individuali raggiunse un momento importante nel 1967-68 con l’evento di Fiumalbo “Parole sui muri”, la prima manifestazione nazionale di avanguardia diffusa a cui partecipano decine di artisti provenienti dall’Italia e dell’estero. Il loro lavoro collettivo per le strade del paese ne estende la partecipazione agli abitanti ed è proprio questo aspetto ad essere rievocato in mostra, vissuto dal pubblico in prima persona e riassunto nel titolo “Io sono una poesia”, frase presa a prestito da una performance della prima “Parole sui muri”.
La mostra mira a restituire anche la dimensione partecipativa come connotazione sociale del vivere degli anni ‘60 e ‘70, attraverso pannelli e video.
Il fulcro espositivo è rappresentato dall’invito a “diventare” un’opera d’arte entrando nel cerchio che ripropone l’“Omaggio a Piero Manzoni” di “Parole sui muri, ‘67”, che sarà il filo conduttore della promozione social #iosonounapoesia.
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Spero non fosse Max Mara
Condivido la succinta ma chiara analisi del Signor Campani. Saltando di palo in frasca, credo di riconoscere in lui un mio esemplare alunno di prima media
Condivido la succinta ma chiara analisi del Signor Campani. Saltando di palo in frasca, credo di riconoscere in lui un mio esemplare alunno di prima media