In ER insediata la Consulta per la legalità

consulta per la legalita Regione ER

Martedì 21 luglio in Emilia-Romagna si è insediata la Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile, un organismo con funzioni conoscitive, propositive e consultive impegnato nella prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

Ne fanno parte rappresentanti delle istituzioni locali e statali, del mondo del lavoro, dei settori produttivi e della società civile, esperti degli ambiti professionali, accademici e di volontariato, il presidente della Regione, la presidente dell’assemblea legislativa regionale e i presidenti dei gruppi consiliari rappresentanti in assemblea legislativa.

A fine 2016 la Regione Emilia-Romagna è stata la prima ad approvare un Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabile. Per l’applicazione della legge, nel 2020 la giunta regionale ha stanziato circa un milione di euro destinato alle iniziative di educazione, informazione e sensibilizzazione (soprattutto nelle scuole) e ai progetti di recupero dei beni confiscati – quest’anno già arrivati a circa 40, molti di più rispetto al passato – da parte di Università, enti locali e associazioni.

“Un segnale positivo, di grande impegno, soprattutto con i mesi di emergenza sanitaria che abbiamo avuto alle spalle”, ha commentato il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Ma è condivisa la preoccupazione che proprio la situazione che stiamo ancora vivendo, oltre a porci di fronte a una serie di criticità immediate, stia già mettendo in luce un ulteriore pericolo per la nostra economia e il nostro tessuto sociale e produttivo: il rischio concreto che la criminalità organizzata approfitti della situazione di crisi per inserirsi facilmente nel circuito dell’economia legale”.

“Mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale – ha messo in guardia Bonaccini – possono approfittare dell’acutizzarsi delle difficoltà nelle quali versano persone e imprese per conquistare consenso sociale e riciclare i capitali accumulati illegalmente. Per questo motivo ci è parso fondamentale dare continuità e riattivare subito nella nuova legislatura le misure a sostegno della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile nel settore dell’educazione e dell’istruzione, gli interventi per la prevenzione dell’usura e per il sostegno delle vittime del racket, oltre naturalmente alle azioni finalizzate al recupero dei beni immobili confiscati e al loro riutilizzo per fini sociali”.

Nella riunione della consulta è emerso come sia soprattutto il settore degli appalti pubblici, fondamentale per il rilancio dell’economia nazionale e che vedrà investimenti che riguarderanno tutto il territorio, fino al livello comunale, a rappresentare un polo di interessi sociali ed economici particolarmente esposto alle mire della criminalità organizzata.

E poi la ristorazione e i servizi connessi alla persona, tra i settori che hanno maggiormente risentito del lockdown e che faranno presumibilmente registrare una significativa diminuzione del fatturato, e di conseguenza una diffusa mancanza di liquidità: un fattore che rischia di esporre molti commercianti al concreto rischio di usura, con il conseguente pericolo di impossessamento delle attività economiche con finalità di riciclaggio e di reimpiego dei capitali illeciti da parte della criminalità. Tra le attività più esposte a questo rischio figurano in particolare alberghi, ristoranti e bar.

“Proseguiamo nel lavoro di squadra che abbiamo rafforzato in tutti questi anni con le Prefetture, le forze dell’ordine e la magistratura, attraverso accordi e protocolli che hanno portato alla massima collaborazione, a partire dai controlli sulla ricostruzione post-sisma e il settore degli appalti”, ha aggiunto Bonaccini.

Anche per questo, ha concluso il presidente della Regione, “non abbiamo esitato a stanziare oltre un milione di euro dal bilancio regionale per permettere che si tenesse qui, in Emilia-Romagna, il processo Aemilia contro la ‘ndrangheta, nel quale ci siamo ovviamente costituiti parte civile: fondi necessari ad allestire gli spazi per svolgere le udienze, prima a Bologna e poi a Reggio. Un no a tutte le mafie, contro le quali non intendiamo arretrare di un metro”.