Il Pd reggiano ammonisce De Lucia su Delrio. Il consigliere dem replica: ho solo detto che era il numero 2 di Renzi

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Un post del del Pd di Reggio Emilia ammonisce il consigliere comunale dem Dario De Lucia: “Il Partito Democratico di Reggio Emilia prende le distanze dalle esternazioni del Consigliere comunale Dario De Lucia sul Capogruppo PD alla Camera Graziano Delrio. Il Partito Democratico è luogo aperto, di dialogo, di discussione, di critica e di rispetto delle regole democratiche. L’approccio costruttivo e propositivo è la cifra identitaria di un partito plurale e inclusivo, le provocazioni sul web rivolte ad altri eletti e iscritti al partito restituiscono un’ immagine conflittuale, indeboliscono la forza propulsiva del partito e la sua capacità di rappresentanza. La forza del PD, per statuto e vocazione, è la sintesi e la contaminazione tra storie e scelte diverse, se il PD diventa il luogo della recriminazione ne viene indebolito il carattere democratico e libertario. Chiediamo al Consigliere Dario De Lucia di prendere in considerazione la condivisione dei valori fondanti che rimandano alla coesione e alla collaborazione, nell’interesse della comunità del Partito Democratico e dei nostri territori”.

Scrive in replica sul suo profilo social il consigliere comunale dem Dario De Lucia: “Queste le parole che ho scritto messe sotto accusa: “Il numero due di Renzi era Graziano Delrio. Ricordiamo il passato per migliorare il futuro”.

C’è tutta un gruppo dirigente (di cui Delrio era uno dei capofila) che ha portato avanti le politiche di Renzi quando questo era in auge e smantellava i rapporti con il mondo sindacale, dell’associazionismo e ha provocato 3 scissioni nella presunta teoria dello sfondamento al centro e destra e del “con Renzi si vince” ammazzando il dibattito politico interno, come hanno scritto Gianni Cuperlo o Fabrizio Barca in diverse occasioni. Quello per cui oggi ci troviamo a poco più del 19% a due punti nei sondaggi da Fratelli d’Italia. Ognuno ha delle responsabilità, anche perchè il golden boy, come si usava chiamare il Senatore Matteo Renzi, aveva lo stesso cipiglio di oggi. Delle due l’una: o si era tutti sotto un incantesimo o si sono commessi pensanti errori di valutazione dall’attuale gruppo dirigente.

Con amarezza prendo atto delle parole del PD Reggio Emilia, nessuno mi ha chiamato anche sei i miei contatti dovrebbero essere ancora nel database della federazione, e che nessuno si è preso la briga di firmare personalmente questo scritto di sfiducia. Se si vogliono chiedere le miei dimissioni per reato di lesa maestà allora si chiedano non a mezza voce. Penso che le prerogative del partito in cui da milito da 13 anni debbano essere altre e alte rispetto a fare il grande fratello sui social network dei suoi iscritti. Scrivo questo di ritorno da un sopralluogo a una casa popolare dove ho spiegato a un lavoratore che con il contratto a tempo indeterminato post jobs act non avrà la sicurezza dell’impiego dopo la fine del periodo di cassa integrazione a Marzo 2021.

Vi auguro una buona serata”.