Tensione tra i lavoratori della Clc di Cadelbosco di Sopra. Fiom-Cgil: “Si apra un confronto sulla nuova sede”

Clc Cadelbosco Sopra

Prosegue il confronto tra i rappresentanti sindacali della Clc e il gruppo tedesco Emag sul futuro dell’attività oggi situata nella zona industriale di Cadelbosco di Sopra, in provincia di Reggio. La piccola azienda, di ventotto addetti e attiva nella produzione di macchine industriali di alta complessità e precisione per l’esecuzione di lavorazioni di dentatura e rettifica per ingranaggi, circa due anni fa andò incontro al fallimento e al successivo affitto – con continuità aziendale – da parte del gruppo Samp di Bologna, a sua volta parte del gruppo Maccaferri.

La scelta del gruppo Maccaferri di investire sul territorio reggiano in un primo momento fu vista in maniera positiva dai lavoratori, ma la scarsità di liquidità della nuova compagine portò a una crisi finanziaria che nel 2020 ha visto quasi tutte le aziende del gruppo entrare in concordato.

La possibile svolta è arrivata solo negli ultimi mesi, con un bando preparato dai tribunali fallimentari di Reggio e Bologna per l’acquisto sia del ramo Clc di Cadelbosco che del ramo Samputensili Machine Tools (oggi in concordato) di Bentivoglio, nel territorio della città metropolitana di Bologna, e con il reale interessamento della multinazionale Emag.

Proprio in questi giorni si è aperto il negoziato tra i rappresentanti dei lavoratori e il gruppo tedesco sul destino produttivo del polo cadelboschese e sulle condizioni dell’eventuale passaggio dei lavoratori stessi, tra i quali serpeggia una comprensibile preoccupazione per il proprio futuro, soprattutto dopo le voci di una possibile chiusura dello stabilimento reggiano e dell’ipotesi di un trasferimento in provincia di Modena o di Bologna.

“L’85% dei lavoratori di Clc è iscritto alla Fiom-Cgil, quindi parliamo di un’azienda molto sindacalizzata e unita, consapevole anche del livello di professionalità che ogni lavoratore possiede”, ha spiegato Luana Mazza della Fiom reggiana. I

lavoratori, riuniti in assemblea, “ci hanno dato un mandato molto preciso”, ha aggiunto la sindacalista: “Se verranno fatte forzature, i lavoratori non andranno fuori dalla provincia di Reggio ed Emag non riuscirà ad attuare il business plan previsto. Se si vuole salvaguardare il know how aziendale, occorre trovare una soluzione compatibile tra la vita dei lavoratori e il piano aziendale attuale. Le macchine Clc non si costruiscono da sole, e i lavoratori reggiani non sono facilmente sostituibili”. L’obiettivo è quello di mantenere la sede di lavoro in provincia di Reggio e salvaguardare tutti gli attuali posti di lavoro.