Il direttore generale della Direzione investigativa antimafia Maurizio Vallone, a margine del convegno “Mafia e appalti. La prevenzione antimafia”, organizzato a Bologna nell’ambito della tappa emiliana di “Antimafia itinerante” (la mostra sui trent’anni di attività della Dia), ha ribadito l’importanza di una lotta senza quartiere alle organizzazioni criminali su tutto il territorio nazionale, compresa l’Emilia-Romagna: “Chi non pensava che questa terra fosse una terra appetibile per la criminalità organizzata era uno a cui non piaceva pensare”.
“Dovunque c’è ricchezza c’è la possibilità che la criminalità organizzata avanzi”, ha aggiunto Vallone, ricordando che “in tutte le regioni del centro e nord Italia ci sono insediamenti stabili di criminalità organizzata, non solo italiana ma anche straniera”. Per il direttore della Dia “i processi ci danno certezza giudiziaria: le strategie devono essere mirate a impedire che la criminalità organizzata, anche laddove ha già attecchito, possa continuare a espandersi e a diventare prevalente nell’economia di una regione”.
Per il consigliere regionale e capogruppo della Lega in Regione Matteo Rancan le parole di Vallone, “già preoccupanti di per sé, lo diventano ancora di più laddove sottolineano che in Emilia-Romagna “ormai ci sono insediamenti stabili di criminalità organizzata non solo italiana ma anche straniera”. La contestuale presenza di organizzazioni criminali nazionali e ora anche straniere gettano infatti un’ombra lunga sul futuro del nostro territorio, che già deve fare i conti con una situazione economica molto difficile, e pertanto ancor più permeabile dalle associazioni malavitose”.
Secondo Rancan la lotta alle mafie “deve essere una priorità anche della politica emiliano-romagnola, il cui territorio, come purtroppo dimostrano le cronache quotidiane, non è esente da infiltrazioni criminali che operano a tutti i livelli. Oggi più che mai occorre tenere alta la guardia contro le associazioni malavitose, pronte ad approfittare del periodo di incertezze, delle difficoltà economiche, dei fondi del Superbonus 110% e soprattutto dell’emergenza profughi”.
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