Storie solo temporalmente lontane l’una dall’altra si intrecciano o meglio corrono parallele nel secondo romanzo di Gallini. Oltre un secolo le divide: nel 1897 si svolge la prima, nel 2017 la seconda. E tutto si compie nell’arco di 24 ore, dalla mattina del 10 novembre alla notte del giorno dopo.
Protagonisti Joseph Conrad e Agnese Battisti, trentenne milanese, filmaker e sceneggiatrice. Conrad, ex marinaio di sua maestà la regina, è “ripreso” durante la revisione del romanzo Il ritorno, in cui lo scrittore di origine polacca abbandona i temi che lo avevano reso famoso per affrontare il rapporto fra marito e moglie nella cornice delle convenzioni sociali della società vittoriana. Un abbandono e un ritorno. La moglie che abbandona il tetto coniugale per un altro uomo, un poeta grassoccio, e il suo ripensamento. Sul ritorno in famiglia ruota questo romanzo psicosociale. Un’opera che non convince il suo editore. Conrad oscilla, invece, fra la convinzione della bontà della trama e dell’ordito e il suo contrario. Attende trepidante la lettere di Henry James, che probabilmente, ne è convinto, gli avrebbe sciolto i tanti dubbi che gli infilzavano il cervello.
Conrad si muove nella sua nuova casa, Ivy Walls, a Stanford le Hope, una piccola cittadina dell’Essex divisa fra le sponde del Tamigi e la riva del mare. La moglie Jessie George è in attesa di un figlio, la serva Fanny è una donna ruvida dai gusti sessuali ambigui. Diversi personaggi poi escono ed entrano dalla fattoria: il barbiere, il fotografo, il dottore con la levatrice e due donne amiche della moglie, una delle quali ha ispirato qualcosa del personaggio femminile del suo contrastato romanzo. Ma qualcosa di esso è proiettato fuori e s’incarna in una giovane donna Alice Ticknor che, come la protagonista del Ritorno, non è una donna “vittoriana” e la cui storia è al centro delle conversazioni tra Conrad e i suoi ospiti.
Specularmente si svolge la vita di Agnese. La crisi in cui è finita la sua convivenza con Leo, un architetto al traguardo del sospirato successo, la spinge ad andarsene via, ma come la moglie senza nome di Alvan Hervey, un operatore finanziario, del romanzo di Conrad, ha un ripensamento e torna sui suoi passi. Conrad aleggia non solo come burattinaio nascosto che muove i fili dell’anima o meglio della psiche di Agnese ma è anche il protagonista, insieme alla moglie Jessie, di un lungometraggio, J&J, alla cui sceneggiatura la giovane filmaker sta lavorando insieme ad una collaboratrice, Chiara. Ma se qualcuno poteva nutrire dei dubbi sulla longa manus di Joseph sulla vita dell’Agnese, la comparsa di un buon samaritano dalla pelle nera nella metropolitana milanese che la cava dai guai sulla via dell’ansioso e precipitoso ritorno, deve fugarglieli. Il suo nome è Makola, lo stesso di un personaggio del romanzo conradiano Un avamposto del progresso. Una certezza corroborata dal fatto che è lo stesso Conrad a evocare Makola parlando con il dottore, suo ospite nella casa di Stanford le Hope, proprio di quel romanzo, la sera stessa del 10 novembre 1897, però. Con solo un piccolo scarto temporale, ma tant’è.
La sera del suo precipitoso ritorno a casa (ma dove sarà finito il biglietto che ha lasciato l’Agnese sotto la coda del drago?) Leo, per festeggiare il nuovo importante incarico ricevuto, invita gli amici suoi e dell’Agnese che sembrava proprio non aspettassero altro che quell’invito. Tutti presenti alla cena: l’artista un po’ sfigato ma di profondi sentimenti e vagabondo e disconnesso per due anni, l’attrice sboccata, l’amica del cuore dell’Agnese e l’industriale cinico di successo, ovviamente.
E alla luce della luna che splende nel cielo di novembre di Stanford le Hope e di Milano i destini di Alice e Agnese si rivelano.
Un romanzo che, se anziché essere strutturato secondo un ordine temporale parallelo, fosse stato nettamente diviso in due – Conrad da una parte e Agnese dall’altra – quel senso di artificiosità che a un certo punto si coglie probabilmente sarebbe svanito. Due racconti lunghi: decisamente meglio Gallini fa quando racconta della giornata di Conrad. Il tormento interiore di Agnese non convince.
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Hanno perso.La liberazione è vvina
si certo, infatti adesso cella diventerà meta turistica di alto livello....
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