Distretti Emilia-Romagna: sfiorati 5 miliardi di export, piastrelle di Sassuolo al top

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Nei primi tre mesi del 2022 le esportazioni dei distretti dell’Emilia-Romagna hanno sfiorato i 5 miliardi di euro, con una crescita dell’11,5% sullo stesso periodo del 2021. Abbondantemente superati i valori pre-pandemici (+13,9% sul 2019), grazie a una crescita piuttosto diffusa, alla spinta dei distretti del Sistema Casa e al contributo dei principali mercati di sbocco europei (Francia, Germania e Spagna). Questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia-Romagna della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

“Si conferma – spiega Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo – lo straordinario valore del Made in Emilia-Romagna e la capacità delle imprese distrettuali regionali, a fronte delle situazioni di instabilità su alcuni mercati, sia di rafforzare i trend verso altri mercati maturi che di crescere a nuove latitudini. Siamo al fianco delle imprese emiliano-romagnole, cui nei primi sei mesi dell’anno abbiamo erogato un miliardo di euro di nuovo credito a medio lungo termine, per dare vita ad un’economia sempre più strutturalmente solida: sia mettendo a disposizione soluzione rapide per le situazioni emergenziali che sostenendo gli investimenti strategici verso la transizione ambientale e digitale e la valorizzazione dei rapporti di filiera”.

Le Piastrelle di Sassuolo sono il distretto con la migliore performance nei primi tre mesi dell’anno: superano 1,1 miliardi di euro di esportazioni a prezzi correnti e segnano il miglior risultato di sempre (+217,8 milioni di euro pari a +24,4%). Il dato al momento non rivela ancora gli impatti del conflitto russo-ucraino sulla produzione del distretto per l’interruzione delle forniture di argilla dall’Ucraina, anche se una parte dell’incremento in valore incorpora il rialzo dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici che si è accentuato dall’ultima settimana di febbraio.

Buona la crescita per i Mobili imbottiti di Forlì: +18,3 milioni di euro, pari a +18,7%. Il distretto forlivese deve la sua espansione al mercato cinese, al raddoppio del mercato statunitense e alla tenuta del mercato francese, che da solo copre più della metà delle esportazioni.

Tra i distretti della meccanica, si evidenzia la Meccatronica di Reggio Emilia con il secondo maggior incremento nel primo trimestre 2022 (+141,2 milioni di euro, +14,7%) grazie al traino di Stati Uniti (+28%) e Germania (+21%), che hanno più che compensato i cali in Cina e Regno Unito.
Crescita rilevante anche per le Macchine Agricole di Reggio Emilia e Modena (+12,7 milioni di euro, pari a +8,7%), che vedono le vendite quasi raddoppiare in Sud Africa e aumentare significativamente negli Stati Uniti, in Polonia e in Germania.

I Ciclomotori di Bologna segnano un incremento del +4,2% grazie al balzo del mercato francese (+47%), alla crescita negli Stati Uniti e in Thailandia, che compensano il calo subito in Germania.

Le Macchine per il legno di Rimini rimangono stabili sui livelli di export del primo trimestre 2021 (+0,1%), mentre i rimanenti 3 distretti della meccanica regionale non mostrano ancora di aver recuperato i livelli pre-pandemici a causa delle rilevanti perdite registrate negli Stati Uniti e in Cina: si tratta delle Macchine per l’imballaggio di Bologna (-1,0%), della Food machinery di Parma (-3,7%) e delle Macchine utensili di Piacenza (-32,9%).

Dei sette distretti dell’agro-alimentare monitorati, cinque presentano esportazioni in crescita tra gennaio e marzo 2022.

L’Alimentare di Parma chiude il trimestre con una crescita a doppia cifra (+76,3 milioni di euro, pari a +26,2%), ottenuta grazie al comparto della pasta e dei prodotti da forno e alle vendite in Germania e Francia.

Tutti in crescita anche i distretti dei Salumi: i Salumi del modenese (+21,8%), trainati da Francia, Svezia e Paesi Bassi; i Salumi di Reggio Emilia (+109,5%) grazie al balzo delle vendite nei Paesi Bassi e in Germania; i Salumi di Parma (+10,3%) spinti da Stati Uniti, Francia e Germania.

Il Lattiero-caseario Parmense ha registrato un aumento delle esportazioni (+14,8%), particolarmente sostenuto in Francia, Stati Uniti e Germania.

L’Ortofrutta romagnola (-7,5%) ha segnato riduzioni in Germania, suo mercato di sbocco principale, mentre il Lattiero caseario di Reggio-Emilia (-21,6%), è stato penalizzato dal drastico calo delle vendite nel Regno Unito (-45%), in Francia e Germania. Per le aziende agricole con prodotti di valore unitario ridotto è particolarmente penalizzante l’impennata dei prezzi del carburante.

Nel Sistema Moda in evidenza soprattutto la Maglieria e abbigliamento di Carpi (+10,5%), che ha segnato incrementi in Spagna, Francia e Irlanda e anche in paesi più lontani come Repubblica di Corea e Stati Uniti, recuperando e superando i livelli di export pre-pandemici.

L’Abbigliamento di Rimini (+9,2%), grazie alle vendite nella Repubblica Ceca, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, è riuscito ad annullare l’effetto negativo del calo del mese di marzo delle esportazioni verso la Russia (-33%), mercato che costituiva fino a prima del conflitto lo sbocco principale dei prodotti del distretto.

Al contrario il distretto delle Calzature di San Mauro Pascoli ha mostrato un lieve calo (-0,9%), penalizzato dalle perdite subite nel mercato russo (-33%), nonostante la crescita negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Si distingue per crescita il Polo ICT dell’Emilia-Romagna con +31,7 milioni di euro pari a +26,5%, grazie agli incrementi negli Stati Uniti (+71%), nel Regno Unito (+2,6%) e in Cina.

Il Biomedicale di Bologna (+12,0%) ha risentito della contrazione del mercato ucraino (-80%), terzo per peso delle esportazioni, mentre quello russo segna ancora una variazione positiva, sono stati invece determinanti per la crescita del polo le esportazioni in Spagna (+50%) e il balzo delle vendite in Arabia Saudita e Polonia (+54%).

Il Biomedicale di Mirandola ha registrato infine un incremento del 6,7%, con buoni risultati rilevati in Cina (con valori più che raddoppiati), negli Stati Uniti e in Turchia e un calo delle vendite in Belgio e nei Paesi Bassi.

I paesi europei occidentali si confermano i principali mercati di sbocco che trainano l’export del primo trimestre 2022 (+271 milioni di euro pari al +12,1%). In evidenza i risultati ottenuti in Francia, Germania e Spagna insieme a quelli conseguiti negli Stati Uniti, spinti dal cambio favorevole. Forte dinamicità si registra anche in America Latina (+31,9%), in Messico in particolare, in Asia Centrale (+28,1%), soprattutto in India, e in Medio Oriente (+21,9%), principalmente in Israele e negli Emirati Arabi Uniti. In Cina calano invece le esportazioni (-22,6%), mentre rimangono sostenuti i flussi delle importazioni (+72%). Spiccano anche i cali in Russia (-12,9%) e Ucraina (-40%), che registrano i primi rilevanti effetti del conflitto.

I buoni risultati di crescita a prezzi correnti dei distretti dell’Emilia-Romagna risentono in parte del rialzo dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, che si è accentuato nel primo trimestre 2022 proprio in seguito allo scoppio del conflitto. Nonostante l’impatto delle tensioni inflattive sia stato avvertito in modo rilevante dai distretti della metalmeccanica, le stime della Direzione Studi Intesa Sanpaolo circa le variazioni tendenziali delle esportazioni a prezzi costanti (deflazionate tenendo conto dei prezzi alla produzione per l’estero) rimangono positive rispetto al 2021.