Discoteche, l’Emilia-Romagna promette ristori regionali immediati per mezzo milione di euro

discoteca luci

Alla vigilia di Natale il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge “Ulteriori misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali”, che prevede tra le altre cose anche la chiusura delle sale da ballo, delle discoteche e dei locali assimilati fino al 31 gennaio 2022.

Una situazione che rischia di mettere ancora più in difficoltà il settore del divertimento, una realtà che in Italia riguarda circa 3.500 aziende e duecentomila lavoratori e che dall’inizio della pandemia è stato inevitabilmente uno dei comparti più colpiti dalle restrizioni per combattere la diffusione del virus.

Per questo motivo nella giornata di giovedì 30 dicembre il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore regionale a turismo e commercio Andrea Corsini hanno incontrato il presidente del Silb-Fipe (il Sindacato italiano dei locali da ballo) dell’Emilia-Romagna Gianni Indino, alla presenza di una delegazione di gestori di discoteche.

“Occorrono ristori immediati per un settore importante della nostra economia e la Regione, come sempre, è pronta a fare la propria parte”, hanno spiegato Bonaccini e Corsini, promettendo di mettere sul piatto – dopo il primo bando da tre milioni di euro – un nuovo bando da 500.000 euro all’inizio del 2022; entro la primavera, inoltre, la Regione si è impegnata a lavorare per attivare un terzo bando dedicato esclusivamente alle discoteche.

“Ma non basta, perché dobbiamo difendere lavoratori e famiglie, accompagnandoli fino alla ripartenza, per non lasciare indietro nessuno. Chiederemo quindi al governo di aprire un tavolo di confronto urgente con l’obiettivo di far attivare risorse straordinarie per il settore. Occorre che venga fatto un ragionamento simile a quello che ha portato giustamente a destinare milioni di euro ai gestori degli impianti di sci. Si tratta di settori che hanno pagato un prezzo enorme alla pandemia e che devono essere trattati con strumenti simili. Le discoteche sono chiuse, con poche eccezioni, ormai da due anni. Ora dobbiamo dare un segnale forte e sostenere un pezzo importante non solo della nostra economia, ma della nostra cultura e del nostro turismo”, hanno concluso Bonaccini e Corsini.