Discoteche, l’allarme del sindacato: “In Emilia-Romagna è pronto a riaprire solo il 30-40% dei locali”

locale da ballo disco club

L’ordinanza firmata a fine gennaio dal ministro della salute Roberto Speranza per prorogare fino al 10 febbraio la chiusura (anche in zona bianca) delle discoteche e dei locali da ballo non è stata ulteriormente rinnovata, motivo per cui da venerdì 11 febbraio il settore è pronto a riaprire i battenti, anche se con una capienza ridotta al 50% rispetto a quella standard pre-pandemia.

Proprio quest’ultima limitazione, però, ha fatto storcere la bocca ai gestori. Secondo Gianni Indino, presidente del Silb-Fipe (il sindacato dei locali da ballo) dell’Emilia-Romagna, si va verso la riapertura “ma lo stato d’animo non è dei migliori”: secondo le stime, infatti, sarà solo del 30-40% la percentuale dei locali dell’Emilia-Romagna che riusciranno a presentarsi puntuali all’appuntamento, “ovvero quelli in grado di ripartire in poco tempo, quelli che ci hanno sperato e ci hanno creduto mantenendo la macchina oliata e pronta ad accendersi nonostante i costi”.

“Aprire dall’oggi al domani non fa parte del nostro lavoro”, ha spiegato Indino: “Non è così che funziona per i locali, che hanno come necessità primaria quella di programmare. Anche se abbiamo avuto il via libera per l’apertura, le aspettative non sono rosee: chi apre oggi lo fa solo per riprendere con il lavoro, per rimettere in piedi lo staff, con l’auspicio che le restrizioni vengano gradualmente ma velocemente eliminate”.
Per il presidente regionale del Silb-Fipe “è pura utopia pensare che un locale possa reggere per molto tempo una capienza al 50%. Il differenziale tra costi di apertura, spese e incassi sarà a saldo negativo. Come associazione continueremo dunque a pressare il governo attraverso tutti i nostri canali per tenere un faro acceso sul nostro settore anche da domani, quando magari si sarà spenta qualche telecamera perché abbiamo riaperto”.