Sindacati: ripartire, ma con le necessarie garanzie

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L’altra mattina, all’interno del Patto per il lavoro, la Regione Emilia-Romagna ha presentato un testo di partenza per definire le modalità e le priorità per avviare la “fase 2”.

Questo documento ha il merito di rappresentare una base di discussione che dovrà essere meglio articolata nelle prossime ore all’interno di un quadro normativo nazionale.
In quest’ottica, il contributo di Cgil, Cisl e Uil riguarda in primo luogo la precisa definizione di una gerarchia decisionale, che include i tavoli di confronto e l’attribuzione di ogni singola competenza. Riteniamo questo un passaggio fondamentale: ora più che mai dobbiamo evitare sovrapposizioni e ridondanze. Così come è importante aprire una discussione riguardo alle filiere produttive: per quel che ci riguarda l’obiettivo comune è far ripartire solo chi è in grado di garantire adeguati standard di sicurezza. In questo modo saremo in grado di tenere unite due priorità: la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, e la ripresa delle attività produttive.

È poi chiaro a tutti, più che mai in questa fase di emergenza, quanto sia necessaria una linea di comando chiara e semplificata. Dobbiamo quindi organizzare e mettere a sistema, cioè condividere tutti i protocolli e gli accordi siglati tra imprese e parti sociali che riguardano la sicurezza e la gestione e il contrasto alla diffusione del Covid-19.
Ma tutto ciò non è ancora sufficiente: va definita, o meglio ridefinita, l’organizzazione dei tempi di lavoro e quindi la mobilità (gli spostamenti da casa al lavoro e viceversa), a cui aggiungiamo anche il tema degli spazi delle nostre città. E non ultimo, quello dei servizi, perché la giornata lavorativa deve conciliarsi con la vita familiare, in particolare con quella di chi vive con figli e persone non autosufficienti.

Infine, va ovviamente ribadito il divieto di licenziare e quindi la salvaguardia dei livelli occupazionali, nonché il ruolo della contrattazione aziendale nelle questioni che attengono alla riorganizzazione, considerato l’uso massiccio degli ammortizzatori sociali necessari in questa fase di transizione. È quindi evidente come un quadro simile richieda precise responsabilità su chi vigila e controlla.
Tutti elementi che dovranno essere posti al centro della imminente discussione che ci attende, al fine di farli successivamente confluire in un documento regionale da condividere nei prossimi giorni.