Coronavirus e il nodo dei trasporti

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All’indomani del varo del nuovo dpcm le Regioni sollevano preoccupazioni per la gestione del trasporto pubblico, che deve conciliare salute pubblica ed efficienza del servizio. Oggi riunione preliminare al ministero dei Trasporti, poi la Conferenza delle Regioni farà le sue valutazioni. Il ministro della Salute Speranza sottolinea che, a differenza della prima ondata, “ora il contagio è in tutto il Paese” e richiede soluzioni condivise. Le Regioni spingono anche sulla didattica a distanza per decongestionare i trasporti, ma Conte sostiene Azzolina: “le scuole rimangano aperte”. Possibili nuove misure sui trasporti prima della scadenza del nuovo dpcm.

Quindi l’emergenza ora sono i trasporti pubblici. Con le immagini quotidiane che raccontano di resse e assembramenti in metro e bus, cresce il pressing degli enti locali perché si riduca la capienza dei mezzi attualmente all’80%. Ma sul fronte opposto si alza l’altolà delle società di tpl, che di fronte a questa ipotesi avvertono sui rischi di garantire la sicurezza e di dover lasciare a piedi centinaia di migliaia di persone. La preoccupazione è alta, tanto che il premier Giuseppe Conte parla di “situazione sicuramente critica” su cui si continua a monitorare. La verifica è attesa al tavolo convocato dalla ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli. Nel pomeriggio, infatti, la ministra riunirà le associazioni rappresentative delle aziende del Trasporto Pubblico Locale, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Upi per fare un aggiornamento del monitoraggio periodico dei flussi dei passeggeri che utilizzano i mezzi pubblici e analizzare alcune situazioni problematiche riportate in questi giorni sui canali social, relative ad assembramenti a bordo dei mezzi e all’interno delle stazioni.