Confindustria: green pass al lavoro

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Il tema della copertura vaccinale sui luoghi di lavoro incendia il dibattito. Non essendo obbligatorio e al contempo tutelato dal diritto alla riservatezza diventa difficile individuare possibili interventi da parte del datore di lavoro sebbene motivati dalla volontà di tutelare i propri dipendenti. Confindustria è entrata nel merito della questione con una mail interna rivelata dal quotidiano Il Tempo.

A viale dell’Astronomia si ipotizza che per garantire la tutela dei lavoratori si potrebbe richiedere la presentazione del green pass ai dipendenti e, nel caso non lo abbiano, questi potrebbero essere spostati ad altra mansione o essere sospesi, con impatto anche sulla retribuzione. La eventuale proposta è contenuta in una mail interna inviata dal direttore generale, Francesca Mariotti ai direttori del sistema industriale. La missiva fa il punto sulla proposta normativa su cui Confindustria è al lavoro con governo e istituzioni nel confronto per aggiornare il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro, che segue la disponibilità all’operazione vaccinazioni in fabbrica. Nel testo è scritto che “l’esibizione di un certificato verde valido dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, correttezza e buona fede su cui poggia il rapporto di lavoro. In diretta conseguenza di ciò, il datore, ove possibile, potrebbe attribuire al lavoratore mansioni diverse da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione; qualora ciò non fosse possibile, il datore dovrebbe poter non ammettere il soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di allontanamento dell’azienda”.

“Spero che sia il caldo”. Così il segretario della Cgil Maurizio Landini in una intervista alla Stampa commenta la proposta di Confindustria di vietare l’ingresso in azienda ai non vaccinati e di sospenderli dallo stipendio. “Un forzatura”, la definisce Landini.

15/06/2017 Firenze, Festa Nazionale della Fiom. Nella foto il segretario nazionale Maurizio Landini

“In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce. Una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo. I lavoratori sono stati i primi, durante la pandemia, a chiedere sicurezza arrivando addirittura allo sciopero per ottenerla. Io mi sono vaccinato e sono perché tutti si vaccinino. Ma qui, diciamolo, siamo di fronte a una forzatura. Non va mai dimenticato che i lavoratori sono cittadini e hanno i diritti e i doveri di tutti i cittadini. Confindustria, piuttosto, si preoccupi di far rispettare gli accordi contro i licenziamenti”.