Non si è fatta attendere molto la reazione della Cgil di Reggio, che assieme alla categoria Filctem-Cgil ha bollato come “a gamba tesa” e “fuori luogo” l’intervento di Confindustria Reggio sulla vertenza sindacale in atto alla Manifatture di San Maurizio, azienda controllata da Max Mara Fashion Group.
L’associazione degli industriali reggiani aveva detto di non riconoscersi nelle modalità con cui la Rsa (la Rappresentanza sindacale aziendale) in questione avrebbe gestito la vertenza, accusandola di essersi posta “intenzionalmente l’obiettivo di alimentare in ogni modo un inesistente caso nazionale, nonché una gravissima crisi nelle relazioni tra la stessa Max Mara Fashion Group e il Comune di Reggio”.
Per la Cgil reggiana, invece, “Confindustria farebbe meglio a esercitare il proprio ruolo di rappresentanza per aiutare a risolvere la vertenza in atto invece di criminalizzare chi sciopera e scaricare colpe su semplici lavoratrici che nel loro ruolo di Rsa, su mandato di tante operaie, si sono assunte l’impegno di portare alla luce condizioni di lavoro non più accettabili”.
“Se una vertenza aziendale che poteva essere risolta subito, anche con l’intervento di Confindustria, ha assunto una eco mediatica importante è a causa di una cinquantennale rigidità e indisponibilità a un reale confronto da parte aziendale, ed è perché siamo di fronte a problematiche serie in linea con la storia di un’impresa da decenni agli onori della cronaca per la sua anti-sindacalità e la sua non applicazione di accordi collettivi che la stessa Confindustria firma”, hanno replicato Cgil e Filctem: “Invece di cercare comodi capri espiatori, spieghi Confindustria perché la stragrande maggioranza delle imprese italiane e reggiane, del settore e non, applicano le regole e Max Mara no; lo spieghi non a noi, ma alle sue stesse associate”.
Per la Cgil, inoltre, “non convince la maldestra manovra di chiamare in causa altre voci sindacali che si sono espresse nei giorni scorsi rispetto alla più generale questione del Polo della moda e non sulle condizioni di lavoro in azienda. Altre sigle in azienda non sono presenti. Come avrebbero potuto smentire o confermare i problemi che denunciamo?”.
E ancora: “Davvero, sul cosiddetto Polo della moda, pensiamo che un gruppo internazionale rinunci a un investimento per una questione di risentimento e non per ragioni di calcolo costi/benefici? Riteniamo pertanto infamanti le dichiarazioni rivolte da Confindustria alla Rsa, con l’accusa di essere intenzionalmente responsabili della ‘gravissima crisi nelle relazioni tra la stessa Max Mara Fashion Group e il Comune di Reggio’. Non permetteremo che vengano attaccate gratuitamente le rappresentanze sindacali, espressione diretta dei diritti sanciti dalla nostra Carta costituzionale quali la libertà di espressione e sindacale”.
“Ci stupiamo – ha concluso il sindacato reggiano – che tutti si sentano in diritto di prendere parola, anche con una conoscenza approssimativa dei fatti, e l’unica a non rispondere direttamente nel merito delle questioni che noi poniamo sia l’azienda. Invitiamo Confindustria a tenere pragmaticamente distinti i piani, i ruoli, i soggetti, a rispettare le rappresentanze sindacali e a favorire una ripresa costruttiva del dialogo fra le parti come la storia decennale delle relazioni industriali su questa provincia insegna”.
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