Caso Saman, il padre in arresto: “Non cercate mia moglie, è in Europa”. Due deputati reggiani interrogano i ministri

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Shabbar Abbas, padre di Saman, è stato arrestato mercoledì in Pakistan con l’accusa di frode, poi, trasferito a Islamabad, gli è stata notificata la ‘red notice’ dell’Interpol, che segue il mandato di cattura internazionale per l’omicidio della figlia, scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021, dopo che aveva rifiutato un matrimonio combinato.

Secondo quanto si apprende oggi è prevista un’udienza per la notifica. L’ordine di cattura recepisce le indagini dei carabinieri e della Procura di Reggio Emilia sul delitto commesso, secondo l’accusa, da cinque parenti della ragazza, compresi i due genitori.

La moglie Nazia Shaheen risulta ancora a piede libero. “Mia moglie non è più in Pakistan, è partita per l’Europa. È inutile che la cerchiate”. Così avrebbe detto Shabbar Abbas nel momento in cui è stato arrestato dalla polizia senza poi opporre resistenza.

I due coniugi sono entrambi rinviati a giudizio a Reggio Emilia, in seguito alle indagini di Procura e Carabinieri che li accusano di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere in concorso con altri tre parenti, uno zio e due cugini di Saman che invece si trovano in carcere in Italia. Nei confronti dei due coniugi latitanti l’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva firmato la richiesta di estradizione.

Nel frattempo sulla vicenda due parlamentari reggiani del Pd, Ilenia Malavasi e Andrea Rossi, interrogano i ministri della Giustizia e degli Esteri. Scrivono in una nota: “È notizia di questi giorni l’arresto del padre di Saman Abbas, la giovane pachistana di appena 18 anni, scomparsa la notte del 30 aprile 2021 a Novellara, dopo essersi rifiutata di sposare in matrimonio forzato un connazionale in patria.
Shabbar Abbas, fuggito con la moglie Nazia Shaheen in Pakistan il 1° maggio 2022, è stato arrestato nel paese e trasferito a Islamabad in forza di un arresto internazionale provvisorio, esecuzione di un mandato d’arresto internazionale emesso dall’Italia, passato dall’Interpol e recepito dalla polizia pakistana.

A seguito dell’arresto di Shabbar, il Pakistan, tramite un proprio magistrato, dovrà decidere se le accuse mosse dall’Italia siano da ritenere valide e adeguatamente dettagliate, per poter consentire un’estradizione, oppure per negarla.
Per fare luce sulla situazione abbiamo presentato un’interrogazione al Ministro della giustizia e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale per sapere quali sono le notizie che ha il governo in merito alle tempistiche per il nullaosta all’estradizione dal Pakistan.
Inoltre abbiamo chiesto quali iniziative, per quanto di competenza e in ossequio al diritto internazionale e interno, anche diplomatiche, si intendano intraprendere con il Pakistan affinché si proceda all’estradizione di Shabbar, anche in considerazione della gravità dei reati a lui ascritti e per rendere giustizia alla giovane Saman, morta perché voleva essere libera e italiana.

Solitamente l’estradizione viene concessa se il reato contestato nel paese che la chiede è riconosciuto e punito anche nel Paese dell’indagato, e, dunque, per il reato di omicidio non dovrebbero esserci ostacoli per il Pakistan nel concedere l’estradizione; in questo caso, potrebbe però sussistere il minimo rischio che le cause dell’omicidio di Saman -aver negato il proprio consenso ad un matrimonio concordato da tutta la famiglia, pratica molto diffusa e tollerata in Pakistan, e più in generale, voler “vivere all’occidentale”- diventino un elemento di difesa per suo padre in Pakistan, tali da far negare la richiesta di estradizione”.