“Chi ha visto qualcosa parli, ci aiuti”. E’ stata una delle giornate più terribili della loro vita, quella di martedì 9 agosto per i genitori, Maurizio e Paola, e i fratelli, Jessica e Alex, di Luca Valmori, il giovane di Panzano di Campogalliano, nel Modenese, rimaso vittima il 4 agosto di un tragico e ‘misterioso’ incidente in moto a due passi da casa. Non è stato facile dare l’ultimo saluto a un figlio e a un fratello di appena 25 anni (ne avrebbe compiuti 26 il 24 agosto), presso la casa funeraria “Terracielo” di Modena, al cospetto di una folla immensa, almeno 600 persone, tra parenti, amici, colleghi di lavoro, gente comune.
Il dramma ha scosso profondamente tutta la comunità del piccolo comune emiliano, dove il venticinquenne era conosciutissimo e ben voluto da tutti, al punto che anche l’Amministrazione comunale ha tenuto ad esprimere il proprio cordoglio e la sua vicinanza a una famiglia distrutta dal dolore e tormentata anche da mille interrogativi.
Com’è tristemente noto, non ci sarebbero testimoni diretti di quella che al momento viene classificata come una fuoriuscita autonoma della Yamaha Tdm del motociclista che, mentre percorreva, come aveva fatto migliaia di volte, via Bassa, una stretta strada di campagna, a Panzano, è finito nel fossato laterale andando a impattare violentemente contro la spalletta del ponticello di cemento di accesso a una proprietà. Nè si sa esattamente quando sia successo l’incidente: il “Gigante buono”, come lo chiamavano tutti per la sua notevole stazza fisica unita ad una profonda bontà d’animo, è stato trovato esanime poco dopo le 9.30 da un residente, che ha subito allertato i soccorsi e ha chiamato una vicina di casa, un medico, che ha tentato di rianimare il giovane, così come poi hanno fatto i sanitari del Suem che sono accorsi in ambulanza e hanno anche richiesto l’intervento dell’elisoccorso dall’ospedale Maggiore d Bologna. Ma è risultato tutto vano.
I familiari di Valmori non sanno capacitarsi del fatto che il loro caro, che era un motociclista esperto e anche scrupoloso, e che quella strada la conosceva come le sue tasche, abbia perso in questo modo il controllo della sua due ruote, in pieno giorno, e chiedono con forza di sapere se il sinistro possa essere stato determinato o concausato, attraverso un’azione di turbativa, da un altro veicolo il cui conducente, se fosse andata così, si sarebbe dileguato lasciando la vittima al suo destino.
Per fare piena luce sui fatti i familiari del giovane, attraverso la consulente legale dottoressa Sara Donati, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che si è subito attivata per acquisire tutta la documentazione disponibile sull’incidente, rilevato dalla polizia locale dell’Unione Terre d’Argine, e per monitorare l’inchiesta aperta con scrupolo dalla Procura di Modena, al momento contro ignoti, attraverso il Pubblico Ministero dottoressa Monica Bombana: non è sempre scontata l’apertura di un fascicolo per omicidio stradale nei casi di fuoriuscite autonome. Il magistrato non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia sulla salma, essendo sufficientemente chiaro che il decesso del centauro è stato dovuto esclusivamente ai gravissimi politraumi riportati in seguito all’incidente, e ha così dato rapidamente il nulla osta per la sepoltura, ma ha convalidato il sequestro della motocicletta.
Ora però i genitori e i fratelli confidano che gli inquirenti diano impulso alle indagini non lasciando nulla di intentato, acquisendo ad esempio i filmati delle telecamere private installate in alcune delle abitazioni della zona e vagliando tutte le testimonianze, tra cui quella di un geometra impegnato in lavori in una casa del luogo che ha dichiarato di aver visto transitare un’auto nell’orario in questione. E, soprattutto, (ri)lanciano un accorato appello a chiunque avesse visto qualcosa o avesse elementi utili a riferirli alla polizia locale o a Studio3A al numero verde 800090210.
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