Batterio killer, 100 casi al mondo

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Sono 100 finora i casi segnalati, a livello mondiale, di infezione da Mycobacterium chimaera, il cosiddetto batterio killer che avrebbe provocato la morte di alcuni pazienti in Veneto e in Emilia Romagna. A tracciare la stima è il ministero della Salute sul suo sito, dove precisa anche che non ci sono ancora sufficienti elementi per parlare di epidemia. Anche se la malattia si è rivelata letale nella metà dei casi, il rischio di contrarla è considerato sostanzialmente basso (1 su 10000 pazienti). Intanto è stata costituita una task force europea per ridurre al massimo i rischi di contaminazione.

I casi in Emilia Romagna e Veneto. Il batterio è tornato al centro dell’attenzione dopo che sono stati accertati due nuovi casi di pazienti morti per infezione in Emilia Romagna. Le morti, avvenute dopo operazioni al Salus Hospital di Reggio Emilia, erano state segnalate al ministero della Salute quest’estate. “Siamo di fronte ad un evento raro, causato probabilmente da un lotto di macchinari prodotti dalla stessa azienda. L’allerta, naturalmente, da parte nostra è massima”, ha affermato l’assessore per la Salute della Regione, Sergio Venturi, il 21 novembre. Ma i casi si estendono anche al Veneto, dove una denuncia è stata presentata nei giorni scorsi dai parenti di Paolo Demo, un anestesista vicentino di 66 anni – operato nel 2016 – morto il 2 novembre scorso per un’infezione che sarebbe stata causata proprio dal micobatterio Chimera. Dopo la denuncia, sei decessi di pazienti operati in cardiochirurgia in alcuni ospedali del Veneto sono stati messi al centro degli accertamenti degli ispettori. “La preoccupazione delle famiglie è anche la nostra, perché prima di tutto vengono la salute dei cittadini e la massima chiarezza”, ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia. E ha avvertito: ”Ci sarà tolleranza zero nei confronti di eventuali responsabili”.