Autonomia emiliana, il termine entro l’anno

Maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna già entro la fine dell’anno, con la legge approvata dal Parlamento.

E’ l’obiettivo che il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, indica al termine dell’incontro con la ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani, che sancisce l’avvio del negoziato col nuovo Governo sul progetto di autonomia rinforzata, nell’ambito del percorso previsto dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e dopo l’Accordo preliminare firmato con l’Esecutivo precedente insieme a Lombardia e Veneto lo scorso 28 febbraio. La Regione Emilia-Romagna punta ad avere la gestione diretta, e con risorse certe, di numerose competenze in aree strategiche come politiche per il lavoro, istruzione, sanità, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, relazioni internazionali e rapporti con la Ue.

 
“Sull’ottenimento di una maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna facciamo sul serio”, afferma il presidente Bonaccini al termine dell’incontro, avvenuto nella sede del Dicastero e al quale era presente anche l’assessore al Riordino istituzionale, Emma Petitti. “Ringrazio la ministra Stefani per la disponibilità e le parole improntate alla massima collaborazione- prosegue-, per aver ribadito che questo è uno degli obiettivi del Governo, oltre ad aver apprezzato che poche settimane dopo l’insediamento vi sia già stato l’incontro con le tre Regioni firmatarie di un Accordo preliminare storico con il precedente Esecutivo. E io ho ribadito che vogliamo fare bene e velocemente. L’obiettivo è quello di arrivare a chiudere il percorso legislativo già entro l’anno, con l’approvazione della legge e la maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna che diventa realtà. E l’auspicio è che tale percorso si chiuda insieme a Lombardia e Veneto, che accogliemmo al tavolo del negoziato dopo aver iniziato per primi il confronto, e questo perché, come ho sempre detto, rappresenterebbe un risultato storico che andrebbe a beneficio dei nostri territori e dei nostri concittadini al di là delle appartenenze politiche. Ed entro fine luglio, come ho detto alla ministra Stefani, intendo portare in Assemblea legislativa il documento, da condividere insieme ai Gruppi consiliari, che fissi definitivamente le competenze che chiediamo, che potranno aumentare rispetto alle 12 già individuate, per portarlo all’attenzione del Governo”.
 
“Non chiediamo una Regione a Statuto speciale- prosegue il presidente della Giunta- bensì l’autonomia rinforzata, così come previsto dalla Costituzione e nell’ambito dell’unità nazionale, per noi intoccabile, per vedere premiati territori virtuosi e con i conti in ordine, e l’Emilia-Romagna lo è. Attraverso l’autonomia rinforzata siamo convinti che l’Emilia-Romagna abbia la possibilità di continuare a crescere, creare sviluppo e buona occupazione, aumentando l’attrattività della nostra regione, continuando a potenziare e innovare il welfare e la sanità regionali, aiutando chi ha bisogno. E voglio sottolineare come l’Emilia-Romagna sia arrivata fin qui attraverso un percorso ampiamente partecipato fin dall’inizio, attraverso la condivisione del progetto con tutte le parti sociali – sindacati, imprese, rappresentanze economiche -, gli enti locali e i territori, le università e le associazioni del Terzo settore riunite nel Patto per il Lavoro. Insieme- chiude Bonaccini- abbiamo deciso e scritto i documenti con le competenze richieste, poi modificato e integrato in Assemblea legislativa regionale, da cui ho ricevuto il mandato al negoziato col Governo e alla firma dell’Accordo preliminare senza alcun voto contrario, con il via libera della maggioranza e l’astensione della minoranza”.
 
Via al negoziato. L’articolo 116 della Carta costituzionale, al terzo comma prevede l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata.
 
Il confronto riparte dunque sulla base dell’Accordo preliminare sulla autonomia rinforzata firmato con il Governo lo scorso 28 febbraio. Le competenze di cui l’Emilia-Romagna richiede la gestione diretta rientrano in materie strategiche per continuare a crescere secondo un modello di sviluppo sostenibile, oltre a rafforzare e innovare i servizi di cura e sostegno alle persone. Questo attraverso risorse certe ottenute con la compartecipazione al gettito dei tributi erariali generato sul territorio regionale, o riserva di aliquota, e adottando il criterio dei fabbisogni standard, superando così quello della spesa storica: si passa cioè dai trasferimenti alle Regioni sulla base di quanto speso dall’amministrazione regionale l’anno precedente, con costi per lo stesso servizio spesso molto diversi da territorio a territorio, a quelli definiti prendendo a riferimento la Regione più virtuosa, ovvero al costo di un servizio determinato nelle migliori condizioni di efficienza e appropriatezza.