Amico (ER) e il Garante in visita alla Pulce

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Federico Amico, presidente della Commissione Parità e Diritti delle persone e il Garante regionale dei detenuti Marcello Marighelli, accompagnati dal personale della Polizia penitenziaria, hanno visitato l’istituto penitenziario di Reggio Emilia. La situazione, in particolare nelle sezioni di articolazione per la tutela della salute mentale, evidenzia forti criticità.

«Attualmente questa sezione, che comprende 40 persone – spiegano Amico e Marighelli – supera la capacità di accoglienza ben oltre i limiti consigliati. Se si dovesse pensare di aumentare la capacità di ricezione saremmo in contrasto con i principi della moderna psichiatria.

Le gravi problematiche, di cui fa le spese tutta la popolazione carceraria, detenuti e personale di sorveglianza, trovano probabilmente origine nelle carenze ambientali della sezione e nel numero esorbitante di persone assegnate».

«Una logica – secondo Amico – che fa pensare al sopravvivere di un’idea dell’istituto di Reggio Emilia ancorata al vecchio ospedale psichiatrico e non a un’ordinaria articolazione per la salute mentale di rilievo regionale, capace di svolgere in raccordo con il territorio una funzione socio-terapeutica per un limitato numero di persone detenute con riferimenti residenziali o sociali sul territorio emiliano-romagnolo».

Certamente la gestione dell’articolazione di Reggio Emilia è difficile: non solo sul versante sanitario e riabilitativo, ma anche per gli aspetti di custodia e sicurezza. «Oltre a locali più idonei e a un numero di gran lunga inferiore di pazienti, occorrerebbe – sottolinea Amico – poter disporre di maggiore personale con attitudini speciali e specifica formazione professionale, in modo da gestire al meglio le situazioni critiche ed evitare il più possibile la demotivazione professionale».

E per quanto concerne la condizione generale della Pulce Amico, consigliere regionale di Emilia Romagna Coraggiosa, sottolinea: «In tutta la struttura si riscontrano necessità di manutenzione urgenti. Sono presenti seri problemi di infiltrazioni d’acqua, che rendono complicato sia il lavoro del personale sia la vita dei detenuti negli spazi a loro destinati. Già lo scorso ottobre l’Assemblea legislativa regionale aveva approvato una risoluzione, a prima firma mia, con cui si chiedeva di accelerare i percorsi di intervento a Reggio Emilia, come in altre carceri regionali.

Il percorso che trova nelle Rems una prospettiva per dare maggiore attuazione al principio della territorializzazione, potrà ottenere sicuramente maggiore impulso con l’istituzione della figura del Garante comunale dei detenuti, un argomento che già dai primi mesi dell’anno sarà affrontato dal Consiglio comunale di Reggio Emilia. Il Garante, figura chiave per la partecipazione dell’intera comunità all’attività di rieducazione prevista dall’articolo 27 della Costituzione, è un agevolatore di relazioni e un facilitatore di progetti. Se riusciremo a rafforzare il dialogo tra il “dentro” e il “fuori” ci sarà più sicurezza per tutti».