Al via anche in Emilia-Romagna la somministrazione della pillola anti-Covid Paxlovid

pillola Paxlovid di Pfizer

Martedì 8 febbraio è partita anche in Emilia-Romagna la distribuzione del Paxlovid, la pillola anti-Covid di Pfizer autorizzata nelle scorse settimane dall’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. La struttura commissariale guidata, dal generale Francesco Paolo Figliuolo, ha già fatto arrivare a Ferrara (base di riferimento per la consegna) 1.225 confezioni, corrispondenti ad altrettanti trattamenti.

ll 60% di questa prima fornitura, pari a 735 trattamenti, è già stato distribuito alle singole aziende sanitarie del territorio, utilizzando come criterio di ripartizione il numero di persone positive riscontrato nella settimana compresa tra il 31 gennaio e il 6 febbraio: 31 confezioni sono state consegnate a Piacenza, 66 a Parma, 81 a Reggio, 102 a Modena, 144 a Bologna, 23 a Imola, 84 a Ferrara e 204 in Romagna. A breve è attesa un’ulteriore consegna.

“Siamo pronti anche per questa nuova sfida nella lotta al Covid”, ha commentato l’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini: “Da oggi nelle nostre strutture sanitarie comincia la distribuzione secondo precise indicazioni organizzative. Confidiamo in questa nuova terapia per i pazienti meno gravi, e intanto proseguiamo con gli altri trattamenti utilizzati”.

L’antivirale Paxlovid, come ha spiegato l’Aifa, è indicato per il trattamento (per una durata complessiva di cinque giorni) di pazienti adulti con infezione recente da virus Sars-CoV-2, con malattia lieve/moderata, che non hanno bisogno di ossigenoterapia e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo della malattia Covid-19 in forma severa.

La pillola Paxlovid si aggiunge alle altre terapie già utilizzate in Emilia-Romagna contro il nuovo coronavirus. Nei mesi scorsi, infatti, è iniziata la somministrazione di anticorpi monoclonali su pazienti affetti dalla malattia. In regione attualmente vengono utilizzati un anticorpo monoclonale, il Sotrovimab, in uso dallo scorso 25 novembre, e due antivirali: il Remdesivir, usato dal 10 ottobre del 2020 per i pazienti ospedalizzati e dal 30 dicembre scorso per i pazienti non ricoverati, e il Molnupiravir, anche questo in uso dallo scorso 30 dicembre.

Secondo il monitoraggio della Regione, a inizio febbraio erano 8.240 i trattamenti totali con Remdesivir, 242 quelli con Sotrovimab e 199 quelli con Molnupiravir. Si sono fermati invece a quota 1.251 i trattamenti complessivi con Bamlanivimab, in uso a partire dal 18 marzo scorso, e a quota 1.066 quelli con Casirivimab, in uso dal 24 marzo scorso, in quanto entrambi non più utilizzabili nei casi di persone contagiate dalla variante omicron.