A Ferrara il mondo rockettaro foto-musicale di Guido Harari

Anziché unti di crema solare protezione massima, il Ferragosto l’abbiamo passato immersi ad ammirare le fotografie di Guido Harari, esposte nella mostra “Guido Harari. Incontri. 50 anni di fotografie e racconti”, allestita, con oltre trecento fotografie, a Palazzo dei Diamanti a Ferrara. La si può vedere fino al 1° ottobre.

Anziché infilarci in autostrada, protetti dell’aria condizionata sparata al massimo, ci siamo immersi nella campagna emiliana passando per Nonantola, Crevalcore e Cento, insomma fra la via Emilia e il West (anche se andavamo a est). Percorso quasi obbligato per arrivare “carichi” a Palazzo dei Diamanti, trasformato per l’occasione in un versione ferrarese del “Musicians Hall of Fame and Museum”, di Nashville, Tennessee, dove distillano, tra l’altro, dell’ottimo bourbon.

Appena dentro siamo travolti dalla musica di Rolling Stones -“Jumpin’ Jack Flash”; Lenny Kravitz – “Are You Gonna Go My Way”; Lou Reed – “Rock ‘n’ Roll”; Peter Gabriel – “Sledgehammer”; David Bowie – “Rebel Rebel”; Foo Fighters – “Rock ‘n’ Roll”; U2 – “Pride (In the Name of Love)”, colonna sonora di fotografie “rock” che si rincorrono vorticosamente su un grande schermo che occupa una parete intera, quella in cui impatta il visitatore, già gongolante, dopo che ha annusato quello lo aspetterà. Appena scostata la tenda della prima stanza, infatti, il manifesto “Arrivano i Beatles” ci saluta insieme ad una parete fatta di collage di copertine di giornali musicali, manifesti di concerti, ritratti di cantanti e attori/trici e ad una teca con riviste musicali storiche. Un’esplosione di colori.

Un bell’antipasto per “vecchi” rocker e molto istruttivo per chi gli anni 70, e un po’ dei Sessanta, se li può soltanto sognare. Ma, qui, si può ri-sognare il mondo del beat, del rock, del pop, del soul, della new wave… Una musica che ha fatto storia e non solo – scusate la banalità – del mondo delle sette note. Un elenco casuale, e incompleto, quello che segue: Bob Dylan, Frank Zappa, U2, Bruce Springsteen, Lou Reed, David Bowie, Rolling Stones, Robert Smith, Siouxsie Sioux, Kate Bush, Peter Gabriel, Laurie Anderson, Joni Mitchell…

C’è uno spazio importante riservato ai ritratti di musicisti e gruppi italiani a partire dal rocker per antonomasia Vasco Rossi, la cui immagine, non caso (siamo pur sempre in Emilia, no?) è utilizzata per il manifesto della mostra.

Altro elenco casuale, e anche questo incompleto: Pino Daniele, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Claudio Baglioni, Paolo Conte, Lucio Dalla, PFM, Demetri Stratos, Loredana Berté, Fabrizio De André… et alii… il piacere della scoperta non possiamo rovinarlo.

C’è anche Reggio Emilia nel mondo foto-musicale di Harari. Gli anni Novanta del secolo scorso hanno visto la scena musicale italiana molto vivace. Ad animarla, anche i Dischi del Mulo, creatura di Massimo Zamboni, di Giovanni Lindo Ferretti e di altri. Anche band reggiane facevano parte della scuderia del Consorzio produttori indipendenti (Dischi del Mulo): oltre ai CSI di Ferretti e Zamboni, gli Ustmamò di Mara Redeghieri e gli Afa di Fabrizio Tavernelli.

Stanza dopo stanza, i soggetti fotografati mutano, probabilmente seguendo la stessa evoluzione (o devoluzione per dirla alla Devo) del mondo musicale in cui aveva iniziato a lavorare il giovane Harari. Cosi il fotografo, ma anche autore di articoli musicale scritti per diverse riviste musicali, ha spostato l’interesse verso altri soggetti: poeti e poetesse, attori/trici, architetti, stilisti, artisti di diverse “discipline”, et alii.

Il colore ha lasciato il posto a un bianco e nero contrastatissimo, da cui i volti sbucano come scolpiti nella roccia. Affascinante.

Poi come abbiamo in parte anticipato, ci sono proiezioni, installazioni e filmati originali – uno molto interessante dedicato a Pasolini.

L’ultima stanza vira al locale, ossia un sezione, chiamata “Occhi di Ferrara”, in cui «Harari espone via via i ritratti su prenotazione che realizzerà̀ – nel corso della mostra – nella Caverna Magica, un set fotografico allestito alla fine del percorso espositivo». Questi ritratti, che abbiamo visto il 15 agosto, sono tuti in un bianco e nero “duro” (vedi sopra), tranne una foto a colori che risalta nel mondo “irreale” del bianco e nero.

Alla fine del sogno rock, dopo un panino al prosciutto mangiato su una panchina del Parco Massari, poco distante da Palazzo dei Diamanti, ci siamo immersi, per il viaggio di ritorno, verso il west, nella profonda pianura: Bondeno, Mirandola, Carpi, Correggio. Abbiamo percorso gli argini del Panaro e di altri canali di bonifica, attraversato campi coltivati. Il Po non distante.

Abbiamo incrociato intrepidi ciclisti sotto un sole bruciante. Gente tosta, quella.

E negli occhi, e nel cuore, il ritratto a figura intera in b/n, di Franco Battiato che saluta…

Nella foto in bianco e nero CPI (Consorzio Produttori Indipendenti) Studio Il Punto, Milano, 1995:
Csi, Ustmamò, Marlene Kuntz, Disciplinatha, Acid Folk Alleanza, Yo Yo Mundi, Seitore Out, Andrea Chimenti, Umberto Palazzo & Il Santo Niente, Corman & Touscadu, Paolo Bedini (seduto), Guido Harari (angolo a sinistra)

 

Colonna sonora obbligatoria:

ROLLING STONES -“Jumpin’ Jack Flash”

 

LENNY KRAVITZ – “Are You Gonna Go My Way”

 

LOU REED – “Rock n’ Roll”

 

PETER GABRIEL – “Sledgehammer”

 

DAVID BOWIE – “Rebel Rebel”

 

FOO FIGHTERS – “Rock n’ Roll”

 

U2 – “Pride (In the Name of Love)”