“‘C’è chi dice no lo dico io: i politici devono mettere giù le mani dalle mie canzoni! Che imparino a usare parole originali loro e a non strumentalizzare la musica”: parole – senza musica, stavolta – di Vasco Rossi. Il rocker modenese, con un post su Instagram, ha criticato l’uso non autorizzato delle sue canzoni da parte di esponenti politici.
L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il senatore del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone, che lunedì 2 settembre ha citato la celebre canzone del cantante “C’è chi dice no” in apertura e in chiusura di un video pubblicato online per annunciare il proprio voto contrario nella consultazione online tra gli iscritti del M5S sulla piattaforma Rousseau per decidere sull’eventuale nascita del governo Conte-bis.
“C’è chi usa le mie canzoni per le sue campagne politiche e di opinione”, ha sottolineato Vasco: “Voglio sia chiaro che io non autorizzo nessuno a farlo e per quello che mi è possibile cerco di impedirlo. Tanto meno si può pensare che io sia d‘accordo con le opinioni di chi usa le mia musica per chiarire le sue idee confuse!”.
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