Il Pd continua a pensare all’astensione positiva nel caso di un eventuale governo Cottarelli, spinge sul voto a luglio in caso di fallimento, ma intanto guarda con interesse – senza nutrire troppe aspettative, visti i precedenti – all’estremo tentativo di un governo M5s-Lega. Su come arrivare al voto, già si profilano però le prime divergenze: tutti d’accordo sull’idea di un "Fronte repubblicano" lanciata da Calenda, e quasi tutti d’accordo su Paolo Gentiloni candidato premier.
Molte più perplessità, invece, sull’idea di Calenda di presentare il "Fronte" con un listone unico senza simbolo del Pd. I renziani sarebbero più favorevoli, anche considerata la dinamica del Mattarellum, a uno schema simile a quello del 4 marzo, anche se "più largo", con il Pd affiancato da due liste, una di centro e una di sinistra. In questo schema potrebbe rientrare anche "un pezzo di LeU", dicono.
A definire i contorni del progetto è anche il segretario reggente Maurizio Martina che, a Radio Anch’io, chiarisce: "Il Pd sarebbe la lista fondamentale di questo nuovo schieramento che deve nascere, crescere, raccogliere nuove energie; poi le formule le vedremo. Si può ragionare su tutte le ipotesi utili di lavoro. Per me la cosa importante è lavorare a un progetto largo, di coalizione, che aiuti tutte le energie che vogliono dare una mano all’Italia a stare in partita".
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SIAMO PEGGIO Vota Massari Sindaco
gentile Pippo, non sono riuscito a farLe cogliere la sottesa ironia: nelle mie intenzioni NON era un post PRO-PD scritto da un piddino... piuttosto voleva
Buongiorno Signor Arturo, era una risposta di amara ironia. Certo l'elettore piddino tiene ufficialmente molto all'antifascismo però, dato che si vota anche col portafoglio, pensa pure […]