Zaki compie 30 anni, da oltre 1 in cella in Egitto

Patrick Zaki

Patrick Zaki compie 30 anni, è il secondo compleanno che lo studente dell’università di Bologna trascorre rinchiuso in una cella al Cairo. Il 2 giugno, infatti, il Tribunale egiziano ha prolungato la sua detenzione di altri 45 giorni.

La città di Bologna, che lo scorso 11 gennaio ha conferito la cittadinanza onoraria allo studente egiziano del master europeo in studi di genere ‘Gemma’ dell’Università, continua a chiederne la liberazione.

L’Unibo, che il 9 febbraio del 2020, due giorni dopo l’arresto del ragazzo, aveva costituito un’unità di crisi per risolvere il caso, partecipa a due iniziative: entrambe dedicate all’arte, alla creatività e all’impegno per la difesa della libertà di parola e di espressione. Nel pomeriggio, a porta Saragozza verrà inaugurata la mostra ‘Patrick patrimonio dell’umanità’. Una sfilata lunga 1.500 metri, fino all’arco del Meloncello, dove verranno affissi 50 striscioni, realizzati dal fumettista e attivista Gianluca Costantini, dedicati alle storie di prigionieri di coscienza privati della libertà in 13 paesi diversi.

Parteciperanno il sindaco Virginio Merola, l’assessore alla Cultura Matteo Lepore, la coordinatrice del master ‘Gemma’, Rita Monticelli, il prorettore dell’Unibo, Mirko Degli Esposti, il portavoce di Amnesty International Italia, Riccado Noury e Mattia Santori del movimento 6000 sardine. Il 30 giugno, invece, verrà pubblicato il libro ‘A carte scoperte’: un lavoro dedicato a Patrick realizzato dagli studenti del master in Editoria cartacea e digitale dell’Unibo. L’opera, che sarà acquistabile sul sito della casa editrice Bononia University Press, raccoglie ventidue interviste ad altrettanti scrittori e scrittrici italiani. Da Giuseppe Culicchia a Helena Janeczek, da Antonio Scurati a Simona Vinci. Un viaggio letterario che, come ricorda l’Università di Bologna, vuole “contribuire a mantenere alta l’attenzione su caso dello studente egiziano, ribadendo la forza della libertà di opinione”.

“È in prigione dal 7 febbraio 2020, ma Zaki non ha fatto proprio niente, non ha commesso alcun reato. La sua detenzione è una vergogna per tutti coloro che credono nei valori umani e nei diritti fondamentali della persona”, prosegue Sassoli che conclude: “Auguri, Patrick: non ti lasceremo mai solo”. “Oggi Patrick Zaki compie trent’anni. In cella.

Noi chiediamo al governo di applicare l’indicazione unanime del Parlamento e dargli la cittadinanza”, scrive su Twitter il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, in occasione del compleanno dello studente egiziano dell’Università Alma Mater di Bologna, rinchiuso in una cella in Egitto senza processo. Se non si ha la certezza che ora Patrick Zaki, detenuto in carcere in Egitto, abbia il Covid “dato che in quella prigione non fanno i tamponi”, “siamo certi che l’abbia avuto e che abbia indebolito la sua salute già fragile”. A dirlo Mohamed Hazem, ingegnere informatico, in una recente intervista al Corriere della Sera. “Le prigioni egiziane sono tra le peggiori al mondo, se i familiari gli mandano del cibo il più delle volte non gli viene dato, anzi viene buttato o rubato. Ha problemi a dormire, soffre ancora dolori lancinanti alla schiena. E nell’ultimo mese la sua asma è peggiorata, temiamo a causa del Covid, per il quale non è stato vaccinato”. In carcere Zaki “è frustrato, triste e depresso, come comprensibile” e la rete degli attivisti, di cui Hazem è uno dei portavoci, continua a fare pressione sull’Occidente perché lo aiuti a uscire di prigione. “Il regime egiziano è imprevedibile. Possono decidere di arrestarti semplicemente per far paura agli altri. Con Patrick è stato così. Puniscono la libertà, di qualunque tipo sia”, ricorda, sottolineando come non si possa ipotizzare cosa succederà “ma non è difficile essere ottimisti”.