Violenza contro le donne, Unione Bassa reggiana approva protocollo d’intesa

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La violenza maschile nei confronti delle donne, quella nelle relazioni affettive e quella perpetrata da sconosciuti nelle abominevoli forme dello stupro o delle molestie sessuali, anche quando non è tanto brutale da uccidere, mina fortemente alla base la convivenza civile di una comunità democratica. Purtroppo, anche nella nostra realtà locale, come in molti paesi europei, il fenomeno della violenza di genere è fortemente in crescita e può essere affrontato solo a livello territoriale e provinciale, grazie a momenti di confronto e approfondimento che vedono la partecipazione di diverse istituzioni pubbliche e di tutte le zone sociali.

A seguito di un intenso lavoro che impegna da tempo le parti interessate, l’Unione Bassa Reggiana ha approvato pochi giorni fa un Protocollo d’intesa per la messa a disposizione di un servizio destinato a donne maltrattate o vittime di violenza o abuso. Il protocollo coinvolge diversi enti a livello provinciale: oltre all’Unione dei comuni della Bassa Reggiana per la zona sociale di Guastalla, anche l’Unione Tresinaro Secchia per la zona sociale di Scandiano, l’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano per la zona sociale di Castelnovo ne’ Monti, l’Unione dei Comuni Pianura Reggiana per la zona sociale di Correggio, l’Unione dei Comuni della Val d’Enza per la zona sociale della Val d’Enza e l’Azienda Usl – Irccs di Reggio Emilia.

Scopo di questo protocollo è dotare il territorio dei comuni firmatari di un servizio destinato all’ospitalità di donne sole o con figli, minacciate, maltrattate o vittime di violenza o abuso, ovvero un appartamento sovra distrettuale che possa accoglierle, fornire loro adeguato sostegno psicologico e ogni altro intervento che si renda necessario per il loro benessere psicofisico.

L’Unione Bassa Reggiana, come gli altri soggetti firmatari del protocollo, condivide il valore fondamentale della cooperazione nella costruzione di un welfare locale e di comunità che faciliti l’incontro tra i soggetti istituzionali e gli attori sociali del territorio, ovvero un sistema integrato di servizi e interventi per promuovere la salute e il benessere collettivo e individuale. Oltre ai centri di accoglienza, sono previsti programmi di formazione specifica rivolti alle categorie professionali che incontrano le vittime di violenze e che hanno a che fare con il loro ingresso nell’appartamento, l’ospitalità e la dimissione. Si tratta di creare condizioni di protezione e sicurezza per donne (sole o con figli minori a carico) che necessitano di essere allontanate dal luogo di residenza, ricercando adeguate soluzioni abitative e percorsi specifici per l’uscita dal circuito di violenza e il reinserimento in un circuito sociale che garantisca l’autonomia e un nuovo progetto di vita.

La struttura sovra distrettuale accoglierà un massimo di tre donne maggiorenni in contemporanea, sole o con figli, del territorio provinciale (Bassa Reggiana, Tresinaro Secchia, Appennino Reggiano, Pianura Reggiana, Val d’Enza). I Servizi sociali di pertinenza prenderanno in carico la vittima, garantiranno l’elaborazione del progetto individualizzato, in collaborazione con il soggetto fornitore del servizio, e autorizzeranno l’ingresso dell’ospite, che non avverrà in emergenza ma sarà sempre preceduto da una fase di valutazione preliminare con colloqui in cui la donna potrà esaminare i propri bisogni, così da fare una scelta il più possibile consapevole.

Elementi indispensabili per l’ingresso sono la manifestazione di disagio grave che la donna vive a causa di violenza fisica e/o psicologica, il rischio di essere perseguitata nel caso decidesse di allontanarsi o di separarsi, la decisione di allontanarsi dal partner violento e l’essere pronta ad intraprendere un percorso di cambiamento, di uscita dalla violenza e di riconquista della propria autonomia.

Il tempo di permanenza nella struttura è di sei mesi, in relazione al raggiungimento di specifici obiettivi di autonomia e sicurezza e potrà essere procrastinato per situazioni eccezionali. Non potranno accedere all’ospitalità donne tossicodipendenti, etiliste, portatrici di disagi psichici o gravi malattie che necessitano di trattamenti sanitari particolari.

L’avvio del servizio è previsto dal 1 settembre 2020 e avrà una durata di tre anni, fino al 31 agosto 2023, con un costo indicativo, per l’intero periodo di riferimento, di 120.000 euro.

L’Unione Bassa Reggiana non si è limitata al protocollo d’intesa ma è già al lavoro, da alcuni mesi, nella definizione di un protocollo operativo per individuare strategie condivise di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne nel distretto di Guastalla. Oltre agli otto comuni (Boretto, Brescello, Gualtieri, Luzzara, Novellara, Poviglio, Reggiolo) fanno parte di questo Tavolo interistituzionale, i Servizi Sociali Comunali degli otto Comuni, l’Area Genitorialità e Tutela Minori, il Corpo Unico di Polizia Locale, l’Azienda Usl di Reggio Emilia, Consultorio, Dipartimento di Salute Mentale/Sert, l’associazione Nondasola di Reggio Emilia, le Forze dell’ordine. Tutti i servizi sanitari e sociali, le forze dell’ordine, costituiscono, infatti, una porta d’accesso per situazioni di violenza nelle relazioni anche di intimità. Un importante strumento che consente di coordinare il lavoro di istituzioni e organizzazioni operanti sul territorio reggiano su un tema particolarmente delicato e di notevole rilievo sociale. A dimostrazione che l’Unione Bassa Reggiana intende lavorare a 360 gradi, 365 giorni l’anno, per combattere la violenza contro le donne e le donne devono sapere che c’è un’alleanza forte a loro tutela, che lavora anche sul piano culturale, con iniziative di sensibilizzazione.

Nell’ultimo anno, per esempio, sono stati realizzati interventi di formazione; raccordate e costituite le reti tra i diversi soggetti, sviluppando procedure e protocolli operativi per azioni efficaci e integrate; costituito un tavolo tecnico permanente con l’obiettivo di mantenere un confronto sulle rispettive modalità operative, una connessione delle informazioni, un monitoraggio dell’andamento del fenomeno e la definizione delle modalità di raccolta dati.

Il protocollo operativo andrà a supportare tanto l’operatività ordinaria che quella in emergenza di tutti i soggetti firmatari.

“L’Unione Bassa Reggiana ha deciso di assumere un impegno forte e continuativo nel contrasto della violenza sulle donne – ha detto la presidente Camilla Verona – e grazie a questo Tavolo interistituzionale intende sviluppare una rete di dialogo e collaborazione tra diversi soggetti che, senza rinunciare alle loro peculiari e autonome prerogative, scelgono di adottare strategie comuni. Solo così saremo in grado di costruire risposte efficaci nei confronti delle vittime che scelgono di denunciare, promuovendo una cultura della prevenzione e del rispetto. Perché il tema della violenza maschile contro le donne è anche e soprattutto culturale, perciò stiamo lavorando sulla prevenzione, la sensibilizzazione, la formazione e il sostegno”.