“Ventitrè giorni”, il libro di Pagliani sulla sua vicenda giudiziaria in Aemilia

pagliani_23_giorni

Scrive in una nota stampa l’avvocato reggiano Giuseppe Pagliani nell’annunciare la presentazione del libro che egli ha scritto sulla sua vicenda legata all’inchiesta Aemilia. Scrive il legale, già politico reggiano del centrodestra: “Verrà presentato giovedì sera alle 20,45 all’hotel Astoria Mercure di Reggio Emilia il libro Ventitré Giorni, uscito in questi giorni nelle edicole dell’Emilia Romagna, bassa Lombardia, Provincia di Rovigo e su Amazon, scritto da me realizzato con la prefazione di Vittorio Feltri, l’introduzione di Maurizio Gasparri e la presentazione dell’On. Tommaso Foti ed il contributo di giornalisti, professionisti, professori universitari, nonché dell’ex sindaco Pd di Lodi Simone Uggetti e padre Nicola Gerundini della fraternità francescana di Betania. Sono previsti 23 eventi di presentazione del libro in varie province e regioni italiane.

Il libro realizzato in circa sette mesi di lavoro, attraverso una accurata raccolta documentale, ed interviste, ripercorre la mia parabola giudiziaria dal coinvolgimento avvenuto con l’arresto del 28 gennaio 2015 nel processo Aemilia contro la ‘Ndrangheta al nord ed in Emilia sino alla conclusione della vicenda giudiziaria durata sette anni e mezzo e terminata con l’assoluzione piena in Corte di cassazione avvenuta l’8 giugno dello scorso anno e la conseguente riparazione da ingiusta detenzione della durata di ventitré giorni ottenuta il 9 dicembre 2022 con 9200 Euro di risarcimento devoluti per intero in beneficienza.

Nel libro vengono ricostruiti i momenti dell’arresto e della detenzione, con una intervista a mia mamma sui momenti più bui che la mia famiglia ha dovuto vivere in quelle settimane di inizio 2015. Le puntuali assoluzioni sempre appellate dal Pm Marco Mescolini finito per essere defenestrato da Procuratore Capo della Procura di Reggio Emilia e coinvolto nelle chat di Palamara ed in altre vicende che hanno obbligato quattro Pm colleghe della procura Reggiana che guidava Mescolini a chiedere l’allontanamento al di fuori degli uffici giudiziari della regione Emilia Romagna così come ha stabilito il CSM in seguito ad una agguerrita arringa del dott. Nino di Matteo.
Il libro è puntuale nella demolizione dell’accusa infondata sin dal primo pronunciamento del tribunale del Riesame di Bologna mai appellato dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna.

Le storture che hanno caratterizzato sei diversi gradi di giudizio passano per un Riesame completamente assolutorio riguardo agli elementi essenziali del reato, processo di primo grado in abbreviato con assoluzione per non aver commesso il fatto, appello della procura e condanna incredibile in secondo grado a 4 anni poi azzerata in Cassazione il 24 ottobre 2018, nuovo appello bis a Bologna con escussione di dieci testimoni, nuova assoluzione perché il fatto non sussiste, appello di nuovo della procura presso la corte di Appello di Bologna portata avanti dalla Pm applicata al processo di secondo grado Beatrice Ronchi, poi finalmente in Corte di Cassazione la procura generale presso la Corte di Cassazione, cioè l’accusa nel terzo grado di giudizio chiede essa stessa la inammissibilità del ricorso presentato dalla Corte di appello un anno prima e la Corte di Cassazione conferma l’assoluzione chiudendo così un iter giudiziario durato sette anni e mezzo tanto lungo quanto insussistente.

Nel libro vi sono spunti molto interessanti per poter dare un impulso forte alla riforma del processo penale fornendo maggior equilibrio alle posizioni di accusa e difesa.

Se una persona “normale”, non essendo addentro alla materia come potevo essere io che svolgo la professione di avvocato, se la stessa non avesse avuto conoscenze tecniche, collaboratori legali a completa disposizione, disponibilità economiche, una forza caratteriale e di volontà di un certo tipo, avrebbe potuto compiere gesti inconsulti e da innocente sarebbe rimasta sepolta dalle migliaia di carte che spesso travolgono con violenza anche chi non ha compiuto alcun reato”.