Vasco Pratolini, “Cronache di poveri amanti”

Cronache di poveri amanti
6.3

Il romanzo di Vasco Pratolini “Cronache di poveri amanti” è un ritratto dell’Italia degli anni Venti e via del Corno, a Firenze, è un misero teatrino di strada che riassume un pezzo di storia d’Italia, dopo la sbornia rivoluzionaria del biennio rosso 1919-1920.

Ma quale storia? Il libro, scritto nel 1947, racconta le vicende di “povera gente” che vive nella fiorentina via del Corno, dietro Palazzo Vecchio, dall’inizio degli anni Venti al 1926. “Povera gente” che si muove nella storia drammatica (e magmatica) dell’Italia del primo dopoguerra, che ha visto i grandi scioperi operai, l’occupazione delle fabbriche, la nascita dei fasci di combattimento e la reazione fascista (e statale) contro la classe operaia e contadina «che voleva fare come in Russia».

E i vani tentativi del proletariato di autorganizzarsi negli Arditi del popolo non ebbero la benedizione ufficiale né del Partito comunista, appena nato, né di quel che restava del socialismo in tutte le sue versioni, da quella massimalista a quella evangelica dei Prampolini.

Sono tanti i personaggi che il libro di Pratolini mette in scena. A conclusione del romanzo, quando ormai il fascismo aveva conquistato lo Stato liberale (è il ’26), per quelli che non avevano resistito e si erano adattati lo scrittore fiorentino non ha spregio, ma parole di umana comprensione: «Si conformano, è naturale. Occorre pur vivere. Hanno paura, logicamente».

Non parleremo della Signora (personaggio cardine della vita di via del Corno) e dei suoi ambigui e saffici amori, degli “angeli custodi” (alcune ragazze della via), del carbonaio e di suo figlio, del netturbino, del piccolo delinquente Giulio, di Carlino il fascista, o di Osvaldo, fascista tormentato e indeciso, e degli altri personaggi che popolano la fitta e complessa trama delle “Cronache di poveri amanti”, ma ci soffermeremo su alcuni personaggi per noi emblematici, che hanno costituito nella memoria collettiva e nella realtà storica, per così dire, la lunga resistenza, quella che riemergerà vitalizzata da nuova e giovane linfa dopo l’8 settembre 1943.

«Corrado è un uomo di trent’anni, alto quasi due metri, solido come maciste che è il suo soprannome […] Nel 1919 e ’20 Maciste è stato un Ardito. Una mattina del marzo 1922, quattro fascisti si erano presentati alla mascalcia, li guidava Carlino [fascista della prima ora]… Dissero di voler regolare i conti: altri fascisti avevano bloccato la strada ai due ingressi. Maciste disse: «Se buttate via le pistole, li regolo volentieri. Vi piglio tutti e quattro insieme». Carlino disse: “Dopo che avrai bevuto l’olio si potrà trattare”. Corrado gli rispose facendo volare il primo ferro sulla sua testa».

Dopo molte pagine in cui alla vita del vicolo s’intreccia sempre di più il dramma dell’Italia, in preda a una nuova ondata di violenza dopo il momento difficile vissuto da Mussolini per il delitto Matteotti (1924), ecco l’emblematica tragedia che, però, non vi sto a raccontare; basti sapere che avviene dopo una concitata azione di inseguimento tra un’auto dei fascisti e il sidecar di Maciste. Ma la vita in via del Corno continua, come nel resto d’Italia. «Hanno paura, logicamente».

Il romanzo – nonostante in diverse parti appaia un poco didascalico – racconta uno spaccato della storia d’Italia non sempre ricordata correttamente, ma spesso annacquata in una “defascistizzazione” del fascismo, cioè in ricostruzioni dell’avvento del fascismo dimentiche della ferocia della sua ascesa.

Anche un romanzo, è stato detto – e chi scrive ne è convinto, può avvicinare all’interesse per la storia, può spingere il lettore a interrogarsi sulla storia, partendo dai fatti che il romanzo racconta. “Cronache di poveri amanti” ha questa qualità.

 

Vasco Pratolini, Cronache di poveri amanti, Rizzoli, 2011, 12 euro

Si ringrazia la Libreria del Teatro di via Crispi 6 a Reggio Emilia.

 

Colonna sonora:

Talking Heads, Life During Wartime

Anna von Hausswolff, The Mysterious Vanishing of Electra

Moderat, Ghostmother (Live on KEXP)

Dissidenten, Fata Morgana

The xx, Dangerous

I nostri voti


stile narrativo
6
tematica
8
potenzialità di mercato
5