L’attacco di Massari: tanta solidarietà a 24Emilia

Sportello antirazzista Reggio – ingresso

Nel weekend, oltre a numerosi messaggi recapitati in privato, sono arrivati a 24Emilia e al direttore Nicola Fangareggi anche tantissimi attestati pubblici di vicinanza e solidarietà per quanto accaduto intorno alla vicenda dell’apertura, a Reggio, del cosiddetto “sportello antirazzista”.

È il caso, per esempio, del direttore del quotidiano online Reggio Report Pierluigi Ghiggini, che ha ripercorso così la vicenda: “Che la questione sia caldissima lo dimostra la reazione rabbiosa e scomposta del sindaco Massari, della Giunta reggiana e persino della Direzione nazionale del Pd nei confronti di 24Emilia e del suo direttore Nicola Fangareggi, oggetto da ieri di un inqualificabile bombardamento a suon di insulti, a dimostrazione di quanto tali signore e signori abbiano la coda di paglia. Al collega Fangareggi la nostra totale solidarietà, con lo sprone a non mollare e non lasciarsi intimidire”.

Sulla vicenda si è esposto anche il consigliere regionale e coordinatore provinciale reggiano di Fratelli d’Italia Alessandro Aragona: “Lo sportello antirazzista non è un servizio per i cittadini ma uno strumento ideologico. L’attacco scomposto del Pd all’articolo di Fangareggi è invece un pessimo segnale della salute della democrazia di questa città. Una brutta pagina di esercizio del potere da parte di una giunta sull’orlo di una crisi di nervi”.

Solidale anche il nuovo coordinatore cittadino reggiano di Forza Italia, Luca Vezzani: “Carissimo Nicola, un applauso. Un inno alla democrazia reggiana perduta, il tuo. Spero che in tanti (il sottoscritto in primis) si ritrovino nelle tue parole, così rette, così potenti, così efficaci. Continua così. Prima o poi il vento cambierà”.

Così, invece, il consigliere comunale reggiano Giovanni Tarquini: “Che dire caro direttore, la mia solidarietà è tutta per lei insieme alla ferma condanna di ogni tentativo di colpire la libera manifestazione di un pensiero, il suo, che è anche il mio, diametralmente opposto a quello che questa giunta propone quotidianamente alla città e che si traduce in continue iniziative, irrispettose della nostra storia e delle nostre radici, ritualmente somministrate ai cittadini in modo fazioso e distorto”.

È poi arrivata in redazione una lunga nota di Elisa Adelgardi, portavoce del Comitato Leoni di San Prospero di Reggio, che riportiamo integralmente:

“Le polemiche a seguito dell’apertura del cosiddetto “sportello antirazzista” hanno già mostrato chi è davvero intollerante: il sindaco Massari ha pubblicato un commento spiacevole contro il giornalista Nicola Fangareggi, dopo che questo ha manifestato il proprio dissenso nei confronti delle teorie paranoico-antirazziste che hanno spinto l’assessore Mahmoud a portare avanti tale iniziativa. Visto e considerato che siamo in democrazia, intendiamo far valere la nostra libertà di parola appoggiando in tutto e per tutto il pensiero del direttore di 24Emilia: non solo, aggiungiamo che questo sportello, oltre a essere inutilmente pretestuoso – sindaco, non ci prenda per stupidi e risparmi i suoi “problemi complessi”, la misura è colma – è anche deleterio perché suggerisce un vittimismo inutile, pronto all’uso per alcuni facinorosi, contro coloro che amano Reggio e ne abbracciano i valori, indipendentemente dalla propria provenienza geografica.

Questo è il discrimen, caro assessore Mahmoud. Insinuare che i reggiani sono razzisti è di per sé un atteggiamento razzista, anche nei confronti di cittadini stranieri integrati: a questo punto siamo autorizzati, tutti, a fare uso dello sportello contro di lei e il sindaco, perché no. Non lo faremo, perché sappiamo che per i reati, quelli veri, esistono le autorità competenti messe a disposizione dallo Stato, che le piaccia oppure no. Non lo faremo perché questa mossa antirazzista sembra un pretesto politico per avviare un processo totalitario di epurazione, soprattutto se pensiamo alla pericolosa raccolta di segnalazioni non penalmente perseguibili; una visione orwelliana di giustizia che apre scenari inquietanti di lotta sottesa tra un ipotetico nativo contro il colono targato Pd che cerca spazio – e potere – per una nuova società dei giusti, approvata dalla sinistra e antitetica alla precedente.

Non lo faremo anche perché siamo completamente annichiliti dai tanti problemi che si stanno accavallando e che ci portano a riflettere preoccupati su quale sarà il futuro per i nostri figli qui, in questo deserto identitario abbruttito da politiche dementi.

Per evitare che l’assessore ci denunci a sua volta allo sportello antirazzista – chissà se vince chi denuncia prima – sottolineiamo ancora, repetita iuvant, che per “nostri figli” ci riferiamo a tutti quei giovani di qualsiasi origine che hanno scelto di abbracciare i valori dell’Occidente e di combattere per essi. Un esempio recente, che ci ha notevolmente messi alla prova come comunità, è la triste vicenda di una nostra ragazza, di nome Saman, uccisa dalla propria famiglia, ovvero da coloro che, secondo i nostri valori giudaico-cristiani, avrebbero dovuto difenderla. A peggiorare questa sensazione di disfatta è la consapevolezza che anche noi come cittadini avremmo dovuto difenderla: non avevamo capito, non siamo ancora pronti a tanto orrore. E forse dovremmo darci una svegliata. Saman è nostra figlia, figlia d’Europa, e ha amato tanto questa terra da perdere la vita per gli ideali che rappresenta: noi ci domandiamo oggi, nel bel mezzo di una profonda crisi di identità collettiva, se saremo capaci di fare lo stesso, nel nome di libertà uguaglianza fraternità. Ecco la nostra debolezza.

Tornando allo sportello: cogliamo l’occasione per denunciare pubblicamente scritte razziste antisemite davanti alla scuola media Leonardo Da Vinci, scritte che sono certamente già state segnalate dall’istituto all’assessore e mai rimosse, e che da diversi mesi deliziano gli occhi degli allievi ogni mattina: cara Mahmoud, la scuola è di sua competenza, quanto ci vuole a cancellarle?”.

Sulla vicenda si è registrato particolare fermento anche online, ad esempio nel gruppo Facebook “Peggio Emilia” (che conta quasi diecimila iscritti), dove si sono registrate molte voci a favore del direttore di 24Emilia Nicola Fangareggi.

Una di queste è quella di Deanna Tognoni: “Desideriamo un giornalismo ‘libero’ e ci lamentiamo quando una notizia è sempre ‘tagliata’ su misura per assecondare un potente editore. Pubblico il post del direttore Nicola Fangareggi che ha subìto un richiamo (se così si può dire) da parte dell’amministrazione per il suo articolo di ieri. Siamo a conoscenza di pressioni nei posti di lavoro e nella società politica, non è una novità, ma questo è inaccettabile. Esiste ancora la LIBERTÀ. Per quello che può servire, esprimo tutta la mia solidarietà al direttore che ho sempre stimato, da oggi ancora di più”.

Per Luca Parmeggiani “da anni ormai questo sistema si fregia di una arroganza senza pari, sostenuta da dogmi di infallibilità che social media manager e certa stampa totalmente asservita e priva di qualsivoglia spina dorsale sostiene e mantiene. Queste critiche nervose e pericolose certificano l’egregio operato del suo lavoro, direttore, nonché il fatto di aver toccato nervi scoperti. Dovere del giornalista è raccontare i fatti e anche pungolare. Questi amministratori vivono ormai in una bolla di teorie e retorica che non possono essere adattate alla realtà”.



There are 9 comments

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  1. loris r.

    Il sito del comune è chiaro: parla di “prevenire e combattere tutte le discriminazioni, non solo quelle razziali.”

    https://www.comune.re.it/novita/notizie/cultura-dei-diritti-al-via-lo-sportello-e-losservatorio-antirazzista-reggio-emilia-verso-il-piano-per-luguaglianza

    Quindi non potranno rifiutare le segnalazioni di chi si sente discriminato e offeso… pure dalle risorse. Rifiutare queste segnalazioni sarebbe contro le loro stesse dichiarazioni. Specie se gli italiani andranno in massa per avanzare quello che è un loro diritto. usando la loro stessa moneta…

    • kursk

      Mi sento offeso e discriminato ogni qual volta incrocio un nordafricano
      che sputa per terra (scilacca, diciamo noi…).
      Avranno tempo allo Sportello Antirazzista per ascoltare le mie litanie ?

  2. Ipocrisia unica Dea

    Piena solidarietà al Direttore per questa triste e trista vicenda che lo vede oggetto di ingiustificati attacchi.
    Non v’è altro modo di definire l’assalto alla libera espressione di pensiero manifestata, come sempre con lucidità e sagacia, dal Dott Fangareggi, se non un’intimidazione vera e propria, sancita dagli scranni pubblici di questa martoriata e morente cittadina padana.
    Esercitare il senso critico dovrebbe essere assoggettato al lasciapassare dei margravi di turno, eredi dei precedenti per discendenza divina?
    Avere opinioni proprie e manifestarle è un principio talmente consolidato da non dover essere rimarcato stante l’evidenza del suo inalienabile valore.
    Invece no, in questa disastrata cittadina in cui le amministrazioni succedutesi fino a ieri sera hanno fatto di tutto per incoraggiarne la trasformazione in una sottospecie di suburra in cui spacciatori, drogati davanti a i portoni condominiali, accoltellamenti a nastro, auto spaccate e depredate in ogni via, prostituzione e deturpamento di edifici, cantine e garage occupate con la forza, sono oramai “eventi di routine” a cui quelli che un tempo erano i “felici abitanti di una terra felice” si scontrano ogni giorno, e ogni notte.
    in tutto questi chi osi levare un grido di protesta viene insultato e minacciato.
    Si sa il “pensiero giusto” e la “verità ufficiale” erogati dai maître à penser locali pretendono totale asservimento e cieca sottomissione.
    D’altronde tutti abbiamo una macchina, due telefoni e tre televisori, di cosa ci si dovrebbe lamentare?
    E poi c’è quell’iper pretenzioso NOI che campeggia sui tabelloni della circonvallazione, cioè un progetto per rivitalizzare il Centro, che fino a un mese fa è stato scientemente suicidato.
    Ci sarebbe da ridere se non fosse che si può solo piangere.
    Ebbene nella scala assiologica ognuno mette in cima e in basso ciò che crede ma vi sono valori assoluti come la libertà, e con essa le libertà di pensiero ed espressione, annichilite solo nelle società distopiche, che dovrebbero essere, per tutti, in cima alla scala dei valori.
    L’inutile e inquietante sportello antirazzista dovrebbe sostituire il già esistente sistema legislativo in materia?
    A chi servirebbe, raccoglierebbe anche le proteste dei nativi oltraggiati da quanto le cronache quotidiani sempre ci riferiscono?
    E, soprattutto, come sarebbero gestiti e da chi i dossier relativi a delazioni?
    Bene ha fatto il Direttore a focalizzare il problema e lo sproniamo a perseverare nel suo esercizio del senso critico, come del resto ha sempre fatto con lucidità.

  3. Petrus

    Quindi presso questo sportello antirazzista potranno essere denunciati i maranza che ai Petali e sui social sfottevano i tifosi della Reggiana con il simpatico “Reggiani di m…a!!!” ?

    Inviterei l’assessore in questione e tutti questi studiosi ed operosi adolescenti di seconda generazione, così come i nullafacenti che bivaccano e spacciano in zona Stazione, se si sentono così oppressi dal “razzismo” reggiano, a considerare di portare il loro valore aggiunto altrove, magari nei paesi di provenienza dei loro avi…noi Reggiani ce ne faremmo presto una ragione

    • kursk

      ma siamo matti? se tutte queste risorse portano il loro valore aggiunto altrove,
      poi i nostri alacri cooperatori di cosa campano ??????

  4. Pietro Pestalozzi

    Dieci domande al Comune di Reggio Emilia sullo sportello antirazzismo:

    1- Come è stata selezionata la Cooperativa sociale Dimora d’Abramo che gestirà lo sportello antirazzismo? Tramite bando pubblico, manifestazione d’interesse o a chiamata diretta?

    2- Quanto guadagnerà la Dimora d’Abramo per questo affidamento? Per quanti anni?

    3- Quali altri affidamenti e/o incarichi sono stati dati alla Dimora d’Abramo dal Comune di Reggio e dalle sue partecipate negli ultimi 10 anni?

    4- Che tipo di denunce verranno fatte allo sportello anti razzista? Verranno denunciate persone per nome e cognome? Verranno segnalati episodi di razzismo di che tipo? Verranno segnalate anche persone che usano un linguaggio non consono ai dettami della sensibilità Lgbtq+?

    5- Chi raccoglierà tali denunce? Quale professionalità avrà? Quali garanzie sono state prese affinché venga tutelato il rispetto della privacy?

    6- Le denunce presentate entreranno a far parte di dossier? Chi li maneggerà e come? Per quanti anni questi dossier resteranno consultabili e da chi? A quale scopo?

    7- Quali prove dovranno esibire i denuncianti, affinché le loro segnalazioni allo sportello non configurino come vere e proprie delazioni, non provate da alcunché?

    8- E’ di questi giorni la notizia, pubblicata su tutti i giornali, che una persona indagata e accusata di aver fatto parte di un gruppo che costruiva dossier illegali in tutta Italia è stata assunta dalla Dimora di Abramo. Ciò corrisponde a verità? Ferma restando la presunzione di innocenza, il Comune ha previsto qualche tipo di clausola affinché tale persona non lavori alla redazione dei dossier dello sportello antirazzista?

    9- E’ vero che ai vertici della Dimora di Abramo siede la sorella del sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti, che ha recentemente sposato l’assessora comunale di Reggio Carlotta Bonvicini? E’ corretto dire che la Dimora di Abramo ha ai propri vertici la cognata della suddetta Bonvicini? A giudizio del sindaco di Reggio e della Giunta, se ciò fosse vero, non si configura un caso di inopportunità clamorosa? Come ha votato la Bonvicini in Giunta rispetto a questa decisione?

    10- Sui giornali a fianco dell’assessora Mahmoud sedeva Gianluca Grassi, presidente della Fondazione Mondinsieme, che sarà la domiciliataria dello sportello antirazzista. Corrisponde al vero che l’assessora Mahmoud è tutt’ora dipendente – in aspettativa – della stessa Fondazione Mondinsieme? 

    • kursk

      qui a Peggio Emilia se uno parla di buon senso (e con buon senso) ben presto vien tacciato di esser “fasista” e così ogni argomentazione ed ogni discussione viene “mandata in vacca”, come si dice in campagna….

  5. Giacomo Reverberi

    Solidarietà totale al Direttore Fangareggi e a 24 Emilia, la libertà di stampa va sempre tutelata, non a giorni alterni e solo per gli amici, è una Vergogna che una Città che si definisce “Democratica” operi in questo modo, si vede che non hanno niente da fare, no, mi sono sbagliato, Non Vogliono Fare Niente, x la Città e X i Reggiani, questo è il Razzismo al Contrario


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