Sindaco Fabbri sui social: i clandestini sono un tumore da sradicare. Polemiche

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Il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, esponente della Lega molto vicino al leader del partito Matteo Salvini, commentando la notizia del rigetto di 134 permessi dall’inizio dell’anno e di 12 revoche di permessi di soggiorno nella città estense, scrive sui social: “Una violenza intollerabile nella nostra città ad opera di un richiedente asilo nigeriano. E’ stato infatti arrestato per violenza sessuale su una sedicenne, dopo averla minacciata con un coltello.

E il Partito Democratico difende questa gente e reputa la mia una “frase shock”?

Sono loro che continuano a sorprendermi.

I ferraresi sanno bene a cosa mi riferisco quando parlo di tumore: “clandestini violenti e criminali bivaccatori seriali” sono un tumore per i nostri quartieri e per la nostra città.

Le conseguenze, nonostante il gran lavoro della Questura, della Polizia Locale e di tutte le forze dell’ordine con cui quotidiamente collaboriamo, sono ancora ben visibili e continuano a farne le spese i cittadini.

Lo ripeto forte e chiaro a tutta quella cricca del Partito Democratico che ha permesso tutto questo.

Fino ad ora le hanno chiamate “percezioni”, offendendo così i cittadini per anni, oggi si indignano per una parola forte ma vera.

Non si indignavano però quando i ferraresi vedevano la propria casa perdere il 70% del proprio valore o quando la sera avevano paura di rientrare per le tante risse con machete sotto casa.

I ferraresi mi hanno votato anche per questo. Se ne facciano una ragione i finti democratici: continuerò a battermi fino all’ultimo per permettere a tutti i cittadini onesti di godere della propria città in libertà e senza paura”.

Replica il Pd con il deputato Luca Rizzo Nero xche ha condannato le parole del sindaco leghista che “ci ha donato una delle sue perle: fa un post in cui confonde la richiesta di protezione internazionale con la richiesta di permesso di soggiorno. E sostiene che se vuoi protezione internazionale te la devi saper meritare rendendoti utile nella società che te la concede. Lavorando per ripagare la concessione. Insomma uno scambio. Se mi servi ti proteggo, se non mi servi te ne torni a casa. E noi di nuovo qui a dover a nostra volta spiegare come stanno le cose”.