TPL. Seta e Start si fondono in Tper

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Il processo di ‘regionalizzazione’ del trasporto pubblico locale arriva a pieno compimento – gettando ufficialmente la maschera data da finte apertire ai privati e una ridda di partecipazioni incrociate – con la nascita di una holding che terrà insieme le società Seta, la romagnola Start e la bolognese Tper: l’operazione, che punta a fare aggregazione in vista delle gare di affidamento europee nel 2026, è partita con l’approvazione il 12 febbraio di un’apposita delibera da parte della Giunta guidata da Stefano Bonaccini.

Una delibera – riporta la stampa locale – che dà mandato all’assessore regionale alla mobilità e trasporti Andrea Corsini a sottoscrivere il protocollo d’intesa per la costituzione del Gruppo industriale del Tpl, di durata biennale. Un “grande player” regionale (almeno nelle intenzioni) – da cui resta esclusa Tep Parma – che avrebbe un fatturato da mezzo miliardo secondo solo ai big Atm Milano e Atac Roma (quest’ultima, noto esempio di buona gestione…).

“Sordina? No – spiega Corsini al Resto del Carlino – Sono anni che ne parliamo in ogni occasione. E lo abbiamo già messo nero su bianco nel Patto per trasporto pubblico 2018-20. Il modello è, come Fer, una grande società pubblica, con importanti capacità industriali ed organizzative, con volumi economici diversi dagli attuali, e che possa preservare la sostenibilità del sistema locale. Il sottofinanziamento del Tpl, l’aumento dei costi energetici, il mancato riconoscimento dell’inflazione da parte del Governo rischiano di portare al collasso. La holding potrà attuare una serie di razionalizzazioni; avrà la possibilità di accedere alle obbligazioni e al credito bancario per poter finanziare gli importanti investimenti necessari”.

Ora la delibera dovrà passare in tutti i Comuni e le Province soci di Seta (Reggio, Modena e Piacenza), Tper (Bologna e Ferrara) e Start (Rimini, Forlì, Cesena, Ravenna). Due gli step principali dell’iter amministrativo-burocratico, la scissione mediante scorporo delle Sot (società operative territoriali) nel corso della prima fase e la conseguente fusione delle società Seta e Start in Tper nell’ambito della seconda fase.

Di fatto era già con la finta liberalizzazione e apertura ai privati seguita alla riforma-Burlando di fine millennio – ed in particolare con l’uscita nel 2014, dopo appena un paio d’anni, dei francesi di RAPT Dev Italia da HERM-Holding Emilia Romagna Mobilità Srl (principale azionista di Seta a cui compete nominare l’amministratore delegeto) e il subentro del ‘finto socio privato’ TPER Spa – che la Regione (insieme a Provincia e Comune di Bologna) gestiva il tpl di Reggio, Modena e Piacenza. Con i risultati che si sono visti…

Rileggi l’inchiesta di 24Emilia



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