Sedicenne uccisa a Monteveglio, il padre: “È stato femminicidio”

Chiara Gualzetti

È stato fissato per la giornata di mercoledì 7 luglio alle 17 nella chiesa di Monteveglio – il paese della città metropolitana di Bologna dove abitava con i genitori – il funerale di Chiara Gualzetti, la ragazza di sedici anni uccisa a coltellate domenica 27 giugno nel parco dell’abbazia. Il nulla osta per la sepoltura del corpo è arrivato dopo l’autopsia: l’esame ha sostanzialmente confermato la dinamica dei fatti già svelata dal coetaneo della vittima che ha confessato l’omicidio e che adesso si trova nel carcere minorile di Bologna.

Alla vigilia delle esequie, nel giorno della camera ardente, il padre della ragazza Vincenzo Gualzetti ha chiesto di ricordare la figlia con gesti importanti “per evitare che si spengano i riflettori” e per “dare un senso alla sua vita”, e ha detto di considerare il delitto “un femminicidio”: per questo motivo l’orientamento della famiglia è quello di ricordarla con un atto importante, come l’aiuto alle donne vittime di violenza, oppure con un sostegno ai ragazzi e alle ragazze alle prese con le nuove fragilità.

Dietro al feretro di Chiara Gualzetti, nella camera ardente a Bazzano, è stato allestito un maxi-schermo con una rotazione di fotografie della giovane. Tra queste, una in cui la ragazza ha in mano una treccia di capelli da donare ai bimbi colpiti da tumore. “Questa era la generosità di mia figlia”, ricorda il padre Vincenzo: “Quando ha saputo che l’Ageop (Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica) raccoglieva capelli per i bambini che avevano bisogno di parrucche, dopo tanti anni di cure di quei capelli ha deciso spontaneamente di tagliarli e di donarli”.