La protesta del 29, Landini in piazza a Bologna

Maurizio Landini

Per lo sciopero generale nazionale del 29 novembre Cgil e Uil dell’Emilia-Romagna hanno deciso di concentrarsi su un’unica manifestazione regionale a Bologna, in piazza Maggiore, con l’obiettivo di riempire il Crescentone.

Il corteo partirà alle 9.30 da Porta Lame, luogo simbolico perché fu la sede di una delle battaglie partigiane più famose della Resistenza.

A chiudere gli interventi, aperti dal segretario regionale della Uil Marcello Borghetti, sarà il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini. A motivare la discesa in piazza dei lavoratori, oltre alle ragioni nazionali – “riduzione programmata di salari e pensioni”, “smantellamento della spesa sanitaria nazionale”, “99,9% di lavoratori in pensione con la Fornero”, “aumento delle spese militari” – anche un aspetto che riguarda direttamente il territorio: “Non c’è nulla per la ricostruzione post alluvione.
I piani per la ricostruzione sono già concordati tra i livelli istituzionali, ma fermi e non attuati perché manca copertura finanziaria”, attacca il segretario regionale della Cgil Massimo Bussandri.

L’aspettativa è quella di un’adesione alta dai luoghi di lavoro e di una piazza piena, nel capoluogo di una regione che, nonostante le performance migliori rispetto a quelle della media italiana, sente a sua volta i colpi della crisi: “Non siamo un’oasi che vive isolata rispetto al contesto”, ammonisce Bussandri.

Le ricette per recuperare risorse senza entrare nelle tasche di lavoratori e pensionati, sostengono i sindacati, ci sarebbero: “I soldi si possono prendere dall’evasione fiscale”, nota Borghetti, e inoltre “si possono tassare i grandi profitti” di banche e aziende farmaceutiche, energetiche e delle armi.

Sul tavolo anche le polemiche per l’utilizzo dello strumento dello sciopero, che per i sindacati è sotto attacco: “Ci rendiamo conto che lo sciopero procura dei disagi, ma è l’unica forma che ha il sindacato quando il confronto non c’è – sottolinea Borghetti – Ci rivolgiamo a lavoratori che sono anche utenti. Siccome c’è un decreto sicurezza che intacca la libertà di manifestare, sosteniamo che l’attacco al diritto di sciopero sia un pregiudizio grave per un diritto della persona costituzionalmente garantito”.



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