Ergastolo ai genitori, 14 anni di carcere allo zio, assolti invece i due cugini. Alle 18.07 di oggi, martedì 19, dopo quasi cinque ore in camera di consiglio, la Corte d’assise di Reggio Emilia presieduta da Cristina Beretti ha emesso il primo verdetto sulla morte di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa a Novellara nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021. Si conclude così dopo oltre trenta udienze il lungo processo per il delitto di Novellara.
Il padre Shabbar e la madre Nazia – ancora latitante – condannati all’ergastolo. Lo zio Danish condannato a 14 anni di reclusione, assolti invece due cugini.
La giornata era iniziata con le repliche degli avvocati dei cinque imputati e poi era proseguita con le dichiarazioni spontanee del padre di Saman, rese per la prima volta davanti ai giudici, che si era professato innocente: “Non ho ucciso mia figlia, su di me tante falsità” ha detto.
Il caso in aula da questa mattina. Sarà emessa nel pomeriggio di oggi martedì 19 dicembre la sentenza del processo sull’omicidio di Saman Abbas, la 18enne uccisa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara (provincia di Reggio Emilia). In Corte di assise di Reggio Emilia sono alla sbarra cinque familiari della vittima e devono rispondere dell’accusa di omicidio e soppressione di cadavere. Si tratta del padre di Saman, Shabbar Abbas, lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, tutti detenuti e presenti in tribunale e la madre Nazia Shaheen che invece risulta ancora latitante in Pakistan.
L’udienza questa mattina in un’aula affollata da giornalisti e operatori, con le controrepliche delle difese. Al termine delle arringhe ha preso la parola Shabbar Abbas, per dichiarazioni spontanee.
Poi i giudici, presidente Cristina Beretti, se non ci saranno colpi di scena, entreranno in camera di consiglio. La Procura reggiana aveva chiesto condanne all’ergastolo per i genitori, 30 anni per gli altri.
Il padre di Saman, tra le altre cose, ha detto: “Ho sentito tante parole false. Non è vero che sono persona ricca, non è vero che sono una persona mafiosa. Non è vero che ho ammazzato una persona qua e una in Pakistan. Non è vero che sono andato a casa di Saqib a minacciare. Anche questo è falso, come quelli che dicono ‘ha ammazzato la figlia ed è scappato via. È falso che il 29 aprile ho scavato una buca e che ho portato lo zaino di mia figlia in casa”.
E ancora ha continuato parlando in italiano: “Ho sentito parlare di un matrimonio combinato, anche questo non è vero. Lei era contenta”.
Certo che con questa sentenza ci sono andati un po’ giu’ pesante….eh ? si si!!!
Povera Saman! Tradita da tutti, anche dalla Giustizia Italiana.