Grazie anche al puntuale lavoro di ricognizione svolto dai tecnici dell’Agenzia regionale di Protezione civile e dalle amministrazioni comunali subito dopo l’evento, i cittadini e le imprese della provincia di Modena – in particolare Nonantola (la cittadina più colpita dalla calamità naturale), Campogalliano, Castelfranco Emilia e Modena – saranno rimborsati fino al 100% per i danni subiti dall’esondazione del fiume Panaro, avvenuta lo scorso 6 dicembre.
È quanto stabilito dal provvedimento approvato dalla giunta regionale dell’Emilia-Romagna, che ha dato il via libera ai bandi contenenti i criteri e i termini per la richiesta dei risarcimenti. Entro il prossimo 11 ottobre i cittadini e i rappresentanti delle imprese potranno presentare le domande di rimborso al proprio Comune di residenza o al Comune in cui ha sede l’attività produttiva: entro 180 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande il Comune stesso completerà l’istruttoria che sbloccherà l’erogazione dei fondi.
“Un risultato importante e per nulla scontato”, hanno commentato il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessora regionale alla Protezione civile Irene Priolo, “che permetterà di ottenere il giusto risarcimento per i danni subiti. Onoriamo un impegno assunto che ci ha visti impegnati fin dalle prime ore di quella terribile domenica, operativi con il coordinamento e la gestione dell’emergenza insieme alle istituzioni, all’Agenzia regionale di Protezione civile, ad Aipo, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco e ai volontari, in condizioni meteo estreme e in piena emergenza Covid”.
Oltre a destinare i fondi per i quattro Comuni modenesi e per il comune di Boretto, in provincia di Reggio, il provvedimento regionale disciplina le modalità di rimborso anche per gli altri territori dell’Emilia-Romagna colpiti dal maltempo eccezionale dello scorso dicembre, e che erano stati inseriti nella dichiarazione di stato di emergenza nazionale.
Sono due i filoni di risarcimento derivanti dai provvedimenti nazionali che hanno stanziato le risorse. Il primo può contare su 14,7 milioni di euro e riguarda 16 comuni emiliano-romagnoli: Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Maranello, Modena, Pievepelago, Riolunato, Sestola e Vignola in provincia di Modena, Gaggio Montano e Monzuno nel territorio della città metropolitana di Bologna, Baiso, Poviglio, Toano e Vetto in provincia di Reggio.
Il secondo, finanziato con una parte dei 100 milioni stanziati con il Decreto Sostegni bis, è riservato invece a chi vive e opera nei cinque comuni già colpiti anche dal sisma del 2012 in Emilia: Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia e Modena, nel modenese, più Boretto in provincia di Reggio.
Proprio grazie a questo stanziamento ulteriore sarà possibile coprire fino al 100% dei danni registrati dopo l’alluvione. Per gli interventi di ripristino delle prime case il rimborso sarà del 100% dei danni, fino al limite di 40mila euro, e fino all’80% sulla parte eccedente, comunque entro massimali fino a 187.500 euro.
La percentuale di indennizzo è pari invece al 50% dei danni per le case sfitte e per le sedi di onlus, nel rispetto dello stesso budget di 150mila euro: questo sia nel caso di interventi di demolizione, ricostruzione e delocalizzazione che nel caso di ripristino.
Ulteriori contributi sono previsti anche per il ripristino o la sostituzione di beni mobili distrutti o danneggiati e non più utilizzabili, come arredi ed elettrodomestici situati in abitazioni principali – e, nei comuni già colpiti dal sisma del 2012, anche nelle abitazioni secondarie. I rimborsi potranno raggiungere il 100% dei danni per le prime case, fino a un massimo di 15.000 euro. Nessun indennizzo, invece, per i beni mobili registrati come le automobili, che sono esclusi a scala nazionale dal sistema dei rimborsi.
Sono invece previsti risarcimenti per le operazioni di pulizia e rimozione di fango e detriti (in questo caso le spese saranno rimborsate al 100%, fino a cinquemila euro) e per gli interventi strutturali sulle aree pertinenziali esterne al fabbricato.
Anche le spese tecniche di progettazione saranno ammesse a finanziamento nel limite massimo del 10% dell’importo, così come la perizia asseverata (richiesta per danni di importo superiore a 15.000 euro) che sarà rimborsata fino a un massimo di 1.500 euro.
Per le aziende sono previsti rimborsi – nel limite massimo di 450mila euro di danni – fino al 50% per le spese di demolizione e ricostruzione, per le operazioni di ripristino e per gli interventi strutturali sulle aree esterne pertinenziali. Le spese di pulizia e rimozione dei detriti sono finanziate fino al 100% fino a 20.000 euro. Per i beni mobili registrati necessari all’esercizio dell’attività economica (cioè inseriti nelle scritture contabili dell’azienda) il rimborso sarà dell’80% del danno; lo stesso per impianti, macchinari, attrezzature, scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti e altri beni mobili non registrati.
Le spese tecniche potranno concorrere alla formazione del budget massimo di danno nel limite del 10%; per la perizia – da allegare alla domanda di risarcimento, e da fare giurare in caso di ricostruzione o delocalizzazione – è previsto un contributo massimo di 1.500 euro.
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La minuscola Libreria del Teatro .... enorme baluardo.
Esiste sul filo rosso che ha attraversato Reggio Emilia il docufilm di Fasanella Pannone "Il sol dell'avvenire", ad ogni modo condoglianze alla famiglia.
GRANDE. IL PCI E IL PD lo hanno emarginato. Adesso vede la Verità.