Percorsi familiari, sportelli d’ascolto, laboratori nelle classi, attività di formazione per genitori e docenti. E ancora, gruppi terapeutici e di mutuo aiuto, iniziative in collaborazione con centri antiusura e sportelli sovra-indebitamento.
L’Emilia-Romagna continua a rafforzare il proprio impegno nella lotta al gioco d’azzardo attraverso il Piano d’azione contro la ludopatia 2022-2024: la Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini ha approvato la ripartizione delle risorse alle Aziende sanitarie del territorio, da Piacenza a Rimini, per l’attuazione di iniziative di sensibilizzazione, prevenzione, formazione e assistenza, pari a oltre 3,2 milioni di euro. Più di 10 milioni di euro considerando gli ultimi 3 anni.
Un Piano d’azione suffragato dalla Legge regionale numero 5 del 4 luglio 2013 che, come conferma uno studio condotto dall’Amministrazione regionale sull’attuazione della normativa a livello territoriale, ha dato risultati importanti: negli ultimi 10 anni, dall’entrata in vigore della legge a novembre 2023, data dell’ultima rilevazione, in Emilia-Romagna sono diminuite del 45,2% le attività con gioco d’azzardo situate a meno di 500 metri da luoghi sensibili; si tratta, ad esempio, di scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori.
“Un risultato significativo- sottolineano gli assessori regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e al Commercio, Andrea Corsini – che ci sprona a fare ancora di più per contrastare e ridurre il rischio della dipendenza da gioco d’azzardo, e tutelare le fasce di popolazione più vulnerabili, a partire dai giovani. Lo facciamo agendo direttamente sul territorio, in collaborazione con le Aziende sanitarie, i Comuni e le associazioni, per informare e sensibilizzare i cittadini sulle conseguenze che la ludopatia può comportare, per loro stessi e per i propri cari, a livello economico ma anche sociale, di salute e benessere. I dati ci dicono, purtroppo, che le persone assistite dai Serdp, i Servizi per le dipendenze, sono in aumento: dobbiamo continuare a fare ogni sforzo per contrastare questo fenomeno”.
La legge regionale contro il gioco d’azzardo
La legge regionale 5/2013 ha introdotto misure drastiche di dimensionamento dell’offerta legata al gioco d’azzardo, mediante l’imposizione del vincolo di chiusura o delocalizzazione per le attività di sale gioco e sale scommesse situate nei pressi di luoghi ritenuti sensibili. Oltre alla diminuzione del 45,2% delle attività con gioco d’azzardo situate a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, molti Comuni hanno ampliato l’elenco dei luoghi nei pressi dei quali vietare queste attività, includendo biblioteche, teatri o cinema (20 Comuni), aree verdi o spazi pubblici all’aperto (15 Comuni), e non meno importanti luoghi di aggregazione, come circoli, associazioni, centri sociali, o spazi educativi. Dal 2013 al 2023, inoltre, in Emilia-Romagna sono stati emanati 225 provvedimenti di chiusura per violazione della normativa sul gioco d’azzardo, e 483 attività hanno chiuso. 41 sono le attività che hanno delocalizzato e 290 sono le sanzioni comminate per il mancato rispetto della normativa. Con il coinvolgimento di Comuni ed esercizi commerciali, è stato anche istituito il marchio “Slot Free ER”, rilasciato agli esercenti di attività commerciali, ai gestori di circoli privati e di altri luoghi deputati all’intrattenimento che scelgono di non installare nel proprio esercizio gli apparecchi per il gioco d’azzardo.
Gli assistiti per gioco d’azzardo patologico in Emilia-Romagna
Nel 2022, in Emilia-Romagna sono stati spesi 8 miliardi e 904 milioni di euro al gioco d’azzardo, con una spesa pro-capite di 1.997 euro l’anno. Sono soprattutto uomini (8 su 10, l’81,6%), di cittadinanza italiana (92,1%), con età media di 49 anni: si tratta dei cittadini che più spesso si sono rivolti ai Servizi per le dipendenze dell’Emilia-Romagna per ricevere aiuto. In totale coloro che si sono rivolti al servizio nel 2022 sono stati 1.247, il 143% in più rispetto ai 513 del 2010. Nel 57,2% dei casi (713 su 1.247), si è trattato di nuovi assisti.
Altra quota importante è quella degli over 65, che costituiscono il 16% degli assistiti. Minore, invece, la quota degli under 25, che costituiscono il 4,3%. Rispetto alle tipologie di gioco con premi in denaro, il 37,8% delle persone che hanno ricevuto aiuto dal Serdp preferiva i videogiochi nei bar o nelle sale gioco e il 13,8% il Lotto, il Superenalotto, Lotterie, Totocalcio e Gratta&vinci, in entrambi casi in uguale misura tra uomini e donne.
Prettamente maschile, invece, la scelta di scommettere (sul calcio ma non solo), preferita dal 7,9% degli assistiti Serdp, e il gioco d’azzardo online (3,9%). Per quanto riguarda i luoghi di gioco, il 49,3% dei giocatori si recava al bar o dal tabaccaio per giocare, il 25% nelle Sale giochi/Snai e il 16,1% usava piattaforme online a casa propria o altrui.
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Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...
Sono sempre più vergognosi senza un briciolo di pudore ,superpagati per scaldare le poltrone e non per risolvere i problemi reali della gente !
La sinistra vuole solo governare non pensa le cose importanti per gli italiani anche se non è in grado di farl: pur di avere voti […]