Reggio. Unindustria: negli ultimi mesi è in calo il settore metalmeccanico

alberto_rocchi

Il gruppo metalmeccanico di Unindustria Reggio Emilia – che rappresenta oltre 400 aziende per un totale di circa 27.000 addetti – partecipa all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”.

Ogni tre mesi viene illustrato il quadro congiunturale di settore.

Quadro congiunturale settore metalmeccanico Il quadro economico internazionale è caratterizzato da molta incertezza e instabilità a causa del perdurare della guerra in Ucraina, dell’inflazione crescente e dall’irrigidimento delle politiche monetarie per contrastarla.

Dopo un primo semestre 2022 già caratterizzato da segnali contrastanti, nel periodo luglio-settembre l’attività produttiva metalmeccanica ha evidenziato andamenti altalenanti con risultati in calo nella media di periodo. Nel terzo trimestre dell’anno in corso, infatti, i volumi di produzione hanno evidenziato un calo del 2,1% nel confronto con l’analogo periodo del 2021. Complessivamente nel periodo gennaio-settembre 2022, la produzione metalmeccanica è mediamente diminuita dello 0,6% rispetto ai primi nove mesi del 2021. L’attività produttiva ha fortemente risentito degli effetti legati alle catene di approvvigionamento e alle dinamiche dei prezzi delle materie prime e, ancor di più, di quelli determinati dal conflitto russo-ucraino.

Nei primi nove mesi del 2022, le esportazioni hanno raggiunto i 205 miliardi di euro e le importazioni sono state pari a circa 175 miliardi di euro determinando un saldo attivo di quasi 30 miliardi.

Tra gennaio e settembre dell’anno in corso, la dinamica occupazionale nelle imprese metalmeccaniche non ha registrato variazioni significative, assestandosi però su livelli inferiori al passato, -1,7%, rispetto all’analogo periodo del 2021. Il calo è da attribuire principalmente alla qualifica operaia a fronte di una sostanziale stabilità rilevata per la qualifica impiegatizia.

Quadro locale. Dopo un primo semestre 2022 caratterizzato da segnali contrastanti, l’attività produttiva delle imprese metalmeccaniche reggiane nel periodo luglio-settembre ha registrato un peggioramento. Nel terzo trimestre, infatti, i volumi di produzione hanno evidenziato una sostanziale stabilità (+0,4%) nel confronto con l’analogo periodo del 2021. Sulla dinamica produttiva hanno pesato gli ulteriori incrementi dei prezzi dell’energia e delle materie prime dovuti al prolungamento del conflitto russo-ucraino e alle difficoltà nelle catene di approvvigionamento globali.

Nei primi nove mesi del 2022 le esportazioni metalmeccaniche sono aumentate in media del 15,7%. In termini tendenziali, mentre le importazioni sono cresciute in misura maggiore pari al 36,1%. Occorre osservare che gli incrementi dell’interscambio in valore sono stati influenzati da una forte crescita dei valori medi unitari, che spiegano in parte le dinamiche positive sia delle esportazioni in valore sia delle importazioni.

Gli indicatori previsivi confermano un peggioramento della congiuntura settoriale rispetto alla
precedente rilevazione. Le attese sono all’insegna di una contrazione dell’attività produttiva e di un ulteriore ridimensionamento dei livelli occupazionali.

Il portafoglio ordini risulta in forte peggioramento: sono, infatti, pari al 53,8% le imprese che prevedono una contrazione degli ordini a fronte del 15,4% che ne prevede, invece, un aumento, con un aggravamento del trend decrescente già evidenziato a fine giugno scorso.

Le previsioni produttive per l’ultimo trimestre del 2022 confermano l’evoluzione negativa già attesa lo scorso trimestre, con un calo dell’attività produttiva: il 38,5% prospetta contrazioni incrementi a fronte di un 19,2% che, al contrario, prevede aumenti.

“Stiamo vivendo una fase di eccezionale incertezza. Gli sviluppi della guerra e dell’emergenza energetica vanno oltre qualunque ragionevole previsione. L’inflazione pesa su consumi e potere d’acquisto. Di fronte a uno scenario così complesso e preoccupante, sono necessarie riforme strutturali che affrontino temi complessi quali la riduzione della dipendenza energetica dall’estero, il taglio del cuneo fiscale, la gestione della transizione ecologica e le politiche attive del lavoro” – commenta Alberto Rocchi, Presidente del Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia.