Reggio. Reddito cittadinanza e campagna vaccino. Marchi a Cgil: sorpresi da vostra presa di posizione

assessore Daniele Marchi RE

Sostiene in una nota l’assessore al welfare del Comune di Reggio Emilia, Daniele Marchi: “Con la Cgil condividiamo in modo molto positivo diversi tavoli di confronto e lavoro collettivo, non da ultimo quello del Patto per il contrasto alle nuove povertà. Sorprendono, e spiacciono, perciò doppiamente le perplessità emerse rispetto all’accordo tra Comune e Ausl per l’impiego di 100 percettori di reddito di cittadinanza ad ausilio della campagna di vaccinazione anti-Covid, siglato nei giorni scorsi.

Questa presa di posizione merita due nostre sottolineature di contenuti, che certo non sono ignoti alla Cgil, e che vogliamo trasmettere all’opinione pubblica.

La prima sottolineatura: è la legge sul Reddito di cittadinanza che chiede ai cittadini e quindi ai Comuni lo strumento dei Progetti utili alla comunità (Puc) nell’ambito dei quali coinvolgere i percettori del reddito di cittadinanza.

E dunque, dovendolo fare, facciamolo in un modo serio e utile: non un’occupazione pur che sia, ma un impegno costruttivo, significativo e motivante, in particolare per persone che di solito attraversano una fase della loro vita non semplice.

Da un lato cogliamo le opportunità di attivazione, che vengono richieste ai partecipanti ai Puc, per conoscerle meglio come sistema dei Servizi (sociali e per il lavoro) e farle stare meglio: credo si possa concordare sul fatto che tra il non fare niente e il fare qualcosa per la comunità sia meglio la seconda possibilità. In più, in questo momento complesso, orientare questo obbligo verso il supporto al servizio sanitario e alle vaccinazioni, a mio avviso merita un plauso e non perplessità.

La seconda sottolineatura: occupabilità e re-inserimento nel mondo del lavoro non passano direttamente attraverso i Puc. Può essere che grazie a un Puc ben gestito possano emergere elementi utili per il percorso di accompagnamento delle persone. I Puc non sono però “lavoro” e nemmeno strumenti di inserimento lavorativo ed è giusto pretendere per i disoccupati politiche attive adeguate che, ad oggi, la norma del Reddito di cittadinanza non dà. I Puc e l’accordo del Comune con l’Ausl sono altra cosa”.