Reggio. Produzione industriale a +5,5%. Landi: ora servono interventi urgenti

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Mentre si addensano nubi sul futuro delle imprese a causa del vertiginoso aumento dei costi (ed in particolare di quelli energetici, destinati ad incidere sensibilmente sulla produzione di alcuni comparti), il bilancio del secondo trimestre 2022 presenta dati assai più confortanti per la produzione industriale.

Secondo le analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sulla base dei risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale, infatti, l’aumento della produzione è stato del 5,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con una contemporanea crescita degli ordini pari al 6,8%.

Contemporaneamente, il fatturato delle imprese industriali reggiane è cresciuto del 10,7%, e le cose sono andate bene anche per esportazioni, con ordini dall’estero in aumento dell’8,7% e il fatturato estero che ha fatto segnare un +11,4%.

“Andamenti – sottolinea il Commissario straordinario della Camera di Commercio, Stefano Landi – largamente migliori delle previsioni e preceduti, già nel primo trimestre, da una produzione industriale in crescita del 7,6%; a tutto questo, ora, si contrappongono prospettive di forte rallentamento, a fronte delle quali è urgente che Governo e forze politiche mettano in atto misure straordinarie per sostenere famiglie e imprese e non vanificare i risultati ottenuti in una prima metà del 2022, segnata anche da una sensibile diminuzione delle ore di cassa integrazione”.

Tornando ai dati del secondo trimestre 2022, a far segnare le migliori performances produttive sono state le imprese con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49, per le quali l’aumento della produzione è stato del 6,2%; a seguire, quelle fino a 9 dipendenti (+5,4%), mentre quelle con oltre 50 dipendenti hanno mostrato una crescita del 5,1% rispetto allo stesso trimestre del 2021.

Differenze abbastanza evidenti si riscontrano anche a livello di fatturato e, in questo caso, quelle cresciute di meno sono le imprese di minori dimensioni (+6,4%), mentre decisamente meglio sono andate quelle con 10-49 dipendenti (12,7% in più) e quelle con oltre 50 dipendenti, per le quali il fatturato è aumentato del 10,5%.

Della buona domanda estera hanno beneficiato un po’ tutte, con differenze molto più contenute: le imprese con oltre 50 dipendenti hanno visto una crescita degli ordini dall’estero del 9,5% rispetto ai dati del primo trimestre 2021, ma anche le piccole aziende, a conferma della vocazione e della competitività negli scambi internazionali, hanno registrato un incremento dell’8,2%.

A trainare la produzione industriale è stata l’industria metalmeccanica, con una crescita del fatturato del 13,7% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, che ha superato sia l’industria elettrica ed elettronica (+12,3%) che quella delle materie plastiche (+10,4%) e del tessile abbigliamento (7,5%).

Scorporando invece il dato relativo al fatturato con l’estero, in prima posizione risulta l’industria elettrica ed elettronica (+20,2%), seguita da metalmeccanica (+13,9%), dalla ceramica (8,9%) e dalle materie plastiche (+5,6%), mentre l’unica a mostrare un decremento del fatturato estero è stata l’industria alimentare, con un -5,1% rispetto al secondo trimestre 2021.