Reggio. Omicidio in via Patti, un sit in silenzioso in centro

Nondasola 8 marzo 2019

Sconvolte per ciò che è accaduto nella nostra città ieri notte – l’ultimo ennesimo femminicidio perpetrato nel 2021, il quinto nella nostra regione nell’arco di pochi giorni – stiamo preparando le reazioni/azioni per manifestare il nostro dolore e la nostra rabbia per una situazione che consideriamo ormai oltre i limiti del tollerabile.
Abbiamo costruito per la prossima settimana, intorno alla giornata del 25 novembre, appuntamenti ed eventi per lanciare forte il nostro grido contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, pronte a invadere di nuovo le strade e le piazze della città, Questa volta con ancora più rabbia, se possibile, per queste ferite calde che ci portiamo addosso. E con ancora più voglia di ribellarci e lottare, dopo che la pandemia ha sollevato il velo sulle violenze patriarcali – strutturali, sistemiche e pervasive – che attraversano la società e che sono state affossate, depotenziate o disattese anche le conquiste minime, passate e recenti, come nel caso dell’uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, del drammatico ritorno al potere dei talebani in Afghanistan, o del vergognoso affossamento, qualche settimana fa, del ddl Zan.

Nondasola, Non Una Di meno, Donne in nero e tante altre soggettività collettive e singolə: saremo unitə in un solo grido di rabbia, di dolore e di lotta per tuttə quellə che non potranno urlare con noi, perché colpite dalla mano assassina della violenza patriarcale che ci riguarda e ci colpisce tuttə. Lo faremo per Elisa, Simonetta, Milena, Juana Cecilia, e per tutte le donne – e le figlie e i figli – che prima di loro, anche in questo 2021, hanno perso la vita per mano di partner o ex partner.

Da martedì 23 fino a sabato 27, quando la marea si riverserà nelle strade romane per il corteo nazionale, dopo due anni di forzata assenza a causa della pandemia, giornate dense di avvenimenti e occasioni di lotta ci vedranno impegnate anche sul nostro territorio, per condividere l’urgenza di contrastare la recrudescenza dell’offensiva patriarcale scatenata in tutto il pianeta.

Abbiamo scelto, per questo, di dare ai molteplici eventi organizzati per la nostra favolosa lotta femminista e transfemminista, che avrà nel 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, il suo potentissimo perno, una cornice transazionale, nella convinzione che in tutti i paesi del mondo, in forme diverse e con differente intensità – ma con la medesima matrice sistemica – la violenza perpetrata dal sistema patriarcale stia mostrando tutta la sua protervia senza confini.
Vogliamo riconoscere e rendere evidente, attraverso le nostre iniziative di denuncia e lotta, le specificità di ognuna delle forme di violenza e oppressione che viviamo quotidianamente. Dalla violenza che si consuma tra le mura domestiche e in famiglia, dove la disparità di potere trova la sua massima e tragica espressione, a quella di un sistema che vorrebbe patologizzare le nostre identità e la nostra emotività, che esclude tutti i corpi diversi dal maschio bianco cisgender dai luoghi della salute e cerca costantemente di reprimere la nostra autodeterminazione sui corpi che ci appartengono.

Dall’oppressione esercitata dal sistema del lavoro attuale, che ci mangia la vita e ci impedisce di sostenerci degnamente – nell’ultimo anno pandemico si sono toccati picchi di licenziamento altissimi, con cifre da capogiro per le donne -, al carico del lavoro di cura e domestico aumentato a causa della devastazione del welfare pubblico. Dalla violenza del lavoro precario ed escludente, che sfrutta i nostri corpi e che strutturalmente non prevede accesso a persone trans e corpi dissidenti, alle difficoltà che in questa società comporta il documento di identità come strumento repressivo che ci impedisce di autodeterminarci e di muoverci liberamente tra generi e confini, alle repressioni che vivono quotidianamente le persone razzializzate, le persone trans, e tuttə coloro che lottano con i loro corpi, a causa di un principio di rigido binarismo su cui si fonda il patriarcato oppressore. E tanto altro ancora, un elenco infinito di molestie, insulti, sessualizzazioni, discriminazioni, stupri, disagi, violenze psicologiche, violenze economiche e violenze di qualsiasi altro tipo, a cui quotidianamente resistiamo e ci ribelliamo.

Questo il programma delle iniziative. Il 23 e il 26 mattina, dalle 10 alle 13, saremo, rispettivamente, in PIAZZA MARTIRI DEL 7 LUGLIO angolo via Crispi e in PIAZZA DEL MONTE con i coinvolgenti banchetti informativi dal titolo “Da ogni parte del mondo No alla violenza contro le donne” e il 26 alle 18 ci riverseremo in PIAZZA PRAMPOLINI con il presidio animato “La violenza patriarcale non ha confini, la nostra lotta neppure!”, pieno di testimonianze, dati, riflessioni, musica, canti, immagini, danza…. e per il 25 prevediamo movimenti in città e invitiamo tuttə a seguirci sui nostri social.

Nondasola Non Una Di Meno Donne in Nero

Federico Amico, consigliere regionale e presidente della CommissioneParità e Diritti delle persone. “Questa settimana sembra non avere fine la violenza sulle donne, che oggi colpisce gravemente Reggio Emilia. Esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia di Juana Cecilia Hazana Loayza.

Mancano pochi giorni al 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E se a volte sembra che i dati emergano solo nelle ricorrenze, i femminicidi purtroppo continuano a essere una mattanza: oltre 110 dall’inizio dell’anno.

Notizie agghiaccianti, però lo sgomento ci deve spronare ancora di più non solo nella repressione, ma nell’intensificare gli sforzi tra istituzioni e centri antiviolenza, società tutta, uomini e donne insieme. Se non si costruisce quest’alleanza, continueremo ad assistere a drammi come quello di oggi”.