Reggio. Ok dal Consiglio, trans potranno scegliere nome su tessera bus

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Lunedì il Consiglio Comunale ha approvato con 22 voti favorevoli una mozione della consigliera Montanari, sostenuta dalla maggioranza, Coalizione Civica e Movimento 5 stelle, che consentirà alle persone in transizione di richiedere l’abbonamento con il nome d’elezione non più quello anagrafico.

Il documento chiede al Sindaco e alla giunta di dare indirizzo di mandato all’azienda dei trasporti locale Seta Spa ed eventualmente anche a Trenitalia, Tper gestore dei servizi ferroviari regionali e locali, al fine di estendere il servizio di abbonamento con nome d’elezione a tutte le persone transgender che sono intenzionate a richiederlo. Si chiede inoltre di fare riferimento al Tavolo Interistituzionale per il contrasto all’omo-transnegatività e alle associazioni territoriali che si occupano del tema, per svolgere un percorso di formazione e supporto all’azienda.

La mozione nasce in a seguito del caso di un’adolescente ravennate che ha preferito acquistare per tutto l’anno scolastico passato i biglietti di corsa semplice, in quanto l’abbonamento avrebbe richiesto il suo nome anagrafico, ancora non rettificato. A seguito di tale pratica l’associazione Affetti Oltre il Genere, fondata dai genitori della ragazza, ha contattato Start Romagna, società del trasporto pubblico della zona ravennate, proponendo una convenzione per persone transgender. La società ha accolto la richiesta.

Nella nostra provincia sempre più adolescenti, con le relative famiglie, si stanno rivolgendo alle associazioni LGBTQI+ del territorio emiliano romagnolo per richiedere supporto nell’adozione dell’identità alias, nelle scuole, università e altri luoghi dove è richiesto mostrare un documento d’identità.

“Il percorso di transizione è differente da persona a persona ed ha un iter molto lungo. Da quando si ottiene il nullaosta per gli ormoni, prima di arrivare alla richiesta di rettifica anagrafica presso il tribunale passano in media minimo 2 anni. In questo lasso di tempo le persone transgender dovranno vivere con un documento non conforme alla loro espressione di genere.

Questo ha portato diverse persone transgender a non frequentare più determinati luoghi, ad abbandonare percorsi scolastici, universitari, sanitari, sportivi o come nel caso che cita la mozione, di scegliere di non fare un abbonamento al trasporto pubblico o addirittura scegliere di muoversi tramite altri mezzi privati.
Aver approvato questa mozione vuole dire dare una possibilità in più a tutte queste persone di poter vivere una vita più serene e sicura, senza dover rinunciare a dei servizi.” dice la consigliera Montanari

Una mozione bipartisan firmata anche da Coalizione Civica, dice infatti il capogruppo Dario De Lucia: “L’esempio di Ravenna per superare il problema del nome per le persone transgender è stato realizzato in pochi mesi. Il superamento del nome anagrafico per le persone transgender per un abbonamento dell’autobus in favore del nuovo nome può essere realizzato anche da Seta qui a Reggio Emilia con nessuna difficoltà e nessun costo economico. Questa è l’Italia che ci piace. Dopo il fallimento del Ddl Zan ci voleva.”
L’assessora alle Pari Opportunita Annalisa Rabitti commenta così la votazione della mozione “sono felice di accogliere la mozione e facilitare la relazione con le aziende di trasporto per cercare di creare una condizione serena che rispetti i principi di autodeterminazione e di non discriminazione. Ogni cosa che può essere fatta per alleggerire la fatica a una persona che ha intrapreso un percorso cosi difficile va sostenuta. Inoltre con il tavolo interistituzionale per il contrasto all’omo-transnegatività stiamo lavorando su questo tema con università, scuole e altri enti, continueremo a farlo!”

Anche la Regione Emilia Romagna ha approvata a dicembre una risoluzione del consigliere Amico Federico in Commissione Parità e Diritti per estendere questa possibilità su tutto il territorio emiliano-romagnolo impegnando la giunta a promuovere questa prassi di concerto con le associazioni che partecipano all’Osservatorio regionale sulle discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.