Reggio. In Duomo il ricordo di don Guglielmi

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Il prossimo 10 maggio ricorrono i 25 anni dalla improvvisa scomparsa di don Luigi Guglielmi, sacerdote diocesano, parroco, missionario, Direttore della Caritas, liturgista, compositore.

Ci apprestiamo a vivere un evento importante, un anniversario particolare, a partire dal quale rilanciare la figura profetica di don Gigi, facendola conoscere, diffondendo la sua testimonianza e cercando di seminare anche oggi, soprattutto nei giovani, i tanti insegnamenti che ci ha lasciato.

Per valorizzare questo evento speciale, sono stati pensati e organizzati diversi eventi che toccano gli ambiti di impegno nei quali don Luigi si è impegnato nella sua vita: parrocchia, Azione Cattolica, musica e liturgia, carità, servizio civile, missioni. La sua capacità di coinvolgere altre persone e le sue continue e innovative idee hanno innescato progetti e percorsi di cui beneficiamo ancora oggi.

Una di queste idee, quasi una “fissazione” di don Luigi, era quella della Mensa per i poveri. Subito dopo la sua nomina a Direttore della Caritas diocesana (ottobre 1992), intuì che la Chiesa di Reggio Emilia aveva bisogno di questo segno, sia per coprire un bisogno (alla domenica la Mensa del Vescovo era chiusa), sia per educare le comunità parrocchiali al servizio, per dare compimento all’Eucaristia celebrata e a quel “La messa è finita” che per lui significava continuarla e darne compimento nel servizio ai più poveri e abbandonati.

Così, dopo aver ottenuto in comodato un piccolo ambiente in via del Carbone, nel febbraio del 1993, iniziò un servizio di preparazione di pasti a favore delle persone che non avevano fissa dimora o che ne necessitavano per le condizioni di povertà.

L’intenzione di don Gigi fu da subito di moltiplicare questi luoghi di servizio e condivisione, per dare l’opportunità a più parrocchie di vivere la carità e di accogliere e fare famiglia con le persone più in difficoltà. Per lui era una “fissazione”, una consapevolezza che mise nero su bianco in uno scritto sulla Caritas del 1993: “Ha preso avvio la Mensa dei giorni festivi, per chi non ha casa né famiglia, non nello spirito di un semplice assistenzialismo, ma piuttosto nell’impegno a educare, coinvolgendo le comunità parrocchiali. Il progetto funzionerà solo in tal senso; se le parrocchie e le associazioni non si lasceranno coinvolgere, non tarderemo a chiudere il servizio, perché mancheremmo all’obiettivo primario”.

C’è voluto tempo, più di 25 anni, ma oggi possiamo dire che il sogno di don Gigi sta prendendo forma. Ora a Reggio Emilia c’è un “sistema” di mense che permette di fare un servizio e di crescere nella familiarità con i poveri, educando le comunità. In Via Adua si preparano i pasti che vengono poi distribuiti nelle mense diffuse, per ora nelle parrocchie di San Maurizio e di Santo Stefano in città, nelle Locande Caritas di accoglienza, mentre continua l’attività quotidiana nella centralissima Mensa del Vescovo.

Il prossimo 10 maggio, ancora una volta, la Mensa sarà occasione per riunire gli “amori” principali di don Gigi. Alla Mensa Caritas di Via Adua, per la preparazione dei pasti, saranno presenti i fratelli di don Luigi con le rispettive famiglie (tra loro Maurizio con la moglie Deanna e i figli, proprietari e gestori del Ristorante “Amici del Rifugio Crucolo” di Gavasseto e i nipoti titolari dell’Azienda Agricola Guglielmi di Gavassa). Nella mensa di Santo Stefano e alla Mensa del Vescovo saranno presenti alcuni allievi dell’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia (anch’esso fondato da don Gigi e ora a lui intitolato) che allieteranno gli ospiti durante il pranzo attraverso un intrattenimento musicale.

Famiglia, servizio, accoglienza, musica, carità … il 10 maggio ricorderemo don Gigi così, con semplicità e tanto entusiasmo, cercando di far rivivere la sua figura, i suoi insegnamenti, attraverso il servizio della mensa per i poveri.
Don Guglielmi sarà poi ricordato anche con la celebrazione eucaristica in Cattedrale a Reggio Emilia, lunedì 10 maggio alle ore 19.00, presieduta dal Vescovo Massimo, alla quale sono stati invitati i tanti amici e confratelli che hanno conosciuto don Gigi nei vari ambiti della sua vita.

Caritas diocesana Reggio Emilia-Guastalla

Biografia di Don Luigi Guglielmi
Nato nel 1945, don Luigi Guglielmi entrò nel Seminario di Reggio Emilia, dove divenne prete nel giugno del 1969, insieme con uno dei fratelli, padre Tiziano, missionario dei “padri bianchi”, che morì poi tragicamente, ancora giovane, in un incidente aereo in Rwanda, dove era parroco di Rwamagana. Don Luigi, dopo l’ordinazione, fu per cinque anni studente di musica a Roma, presso il Pontifico Istituto di Musica sacra. Rientrato in diocesi nel 1974, operò nella parrocchia di S. Stefano come viceparroco; simultaneamente si dedicava all’Azione Cattolica Ragazzi e alla formazione musicale per la liturgia; nel 1976 fondava la Scuola diocesana di musica, divenuto poi Istituto Diocesano di Musica e Liturgia: don Luigi lo diresse fino al 1994, aumentandone la consistenza di allievi e insegnanti, qualificandone i programmi, fondando la rivista quadrimestrale Celebrare Cantando, tuttora in pubblicazione. Il legame con il fratello l’aveva portato a interessarsi della missione, in particolare con il Rwanda: interesse che crebbe e si rafforzò ancora dopo il 1980, anno della morte di P. Tiziano. Don Luigi fu tra i promotori della creazione del “Centre de santé P. Tiziano”, realizzato dal “Gruppo Rwanda – P. Tiziano” sulla collina di Munyaga, nel Rwanda sud-orientale.

Divenuto parroco di Castellazzo e Roncadella, nel 1992 don Luigi venne chiamato dal vescovo Paolo Gibertini a dirigere la Caritas diocesana. I quattro anni nei quali si dedicò alla Caritas sono stati di grande intensità: don Luigi ha continuato e incrementato il servizio degli obiettori di coscienza; ha richiamato l’attenzione e l’impegno della diocesi e delle parrocchie alle diverse forme di povertà, antiche e nuove; ha allargato l’orizzonte della carità ai drammi vicini e lontani del nostro pianeta: la ex Jugoslavia, l’Albania, il Rwanda (dove, all’indomani del genocidio e della guerra del 1994, promosse e avviò il “Progetto Amahoro”, tuttora attivo).
Nel 1993, durante un viaggio in Albania, fu raggiunto da colpi di pistola sparati da un giovane ubriaco, e la sua vita restò per ore appesa a un filo. A ricordo di quell’avventura – che vide poi don Luigi tornare in Albania per perdonare il suo feritore e intercedere presso il tribunale perché gli fosse mitigata la pena inflitta – ha portato fino alla morte, conficcata nel collo, una pallottola che i medici ritennero più prudente non estrarre.

Don Luigi è morto improvvisamente nelle prime ore del 10 maggio 1996, poche ore dopo aver celebrato una Messa particolare per il Rwanda.